Partiamo dal presupposto di Lotito: chi ha un contratto deve rispettarlo, anche se è in scadenza nel 2024. La Lazio decide se tenere Milinkovic o cederlo. Si partiva un anno fa da una valutazione di 50 milioni, a gennaio l’agente Kezman aveva promesso offerte da 40, mai più viste a Formello. Adesso rimane quello il prezzo, sotto i 30-35 milioni Lotito non si siede nemmeno a parlare a un tavolo. Ieri lo ha confermato da Milano: non vuole contropartite, nemmeno Rovella dalla Juve - con cui Sergej ha da tempo un accordo a 6 milioni a stagione - avvisata nei giorni scorsi nell’ambito della trattativa per Luca Pellegrini, un affare che rimarrà comunque separato: la Lazio chiede il rinnovo del prestito del terzino sinistro (spunta Khlusevich fra le alternative jolly a tutto campo) con diritto di riscatto, i bianconeri puntano all’obbligo e va trovato un accordo anche sull’ingaggio. Al momento, la Vecchia Signora giura di non voler tornare all’assalto di Milinkovic, dopo il prolungamento annuale di Rabiot. Piangono le offerte sul piatto, Lotito non sorride ma sembra sereno. Poco importa se non ci sarà una plusvalenza per il gioiello. Il presidente assicura d’essere persino disposto a perderlo a parametro zero. Sergej non intende rinnovare, aspetterà anche un anno quel momento. C’è un silenzioso braccio di ferro. La strategia di Lotito è attendere tutta l’estate acquirenti pronti a riconoscere il valore del serbo. Male che vada, Sarri lo avrà un’altra stagione a centrocampo. Svogliato? A tratti lo è stato anche nell’ultimo campionato, ma ha prodotto 8 assist e 9 gol. Il concetto ribadito a Sarri a Castelfranco: piuttosto che svendere Milinkovic e andare a cercare un sostituto che costa tanto, meglio tenersi un Sergente demotivato, con quei numeri da urlo. E poi strada facendo può succedere di tutto: Sergej potrebbe ritrovare l’entusiasmo con la Champions, avrebbe tutto l’interesse a dare il 100% con la Lazio per ottenere lauti ingaggi da svincolato e non finire nel dimenticatoio. Magari fra diversi mesi potrebbe cambiare agente e ripensare al prolungamento.

DIETROFRONT - Guardate cos’è successo a Luis Alberto. Scintille con Sarri per oltre un anno e mezzo, negli ultimi sei mesi trascinatore assoluto della Lazio. Lotito lo ha difeso, ha costruito un rapporto diretto e ora gli ha promesso 4 milioni di stipendio. Non per farlo rinunciare alle proposte folli (40 milioni sino al 2028) d’ingaggio dall’Al Duhail e dall’Al-Ahli, ma come premio. Lotito non cede a nessun ricatto, anche perché il Mago è blindato sino al 2025, non sarà liberato sotto i 20 milioni il suo cartellino. Decide la Lazio il prezzo giusto e, al momento, lo zoccolo duro del 2° posto è confermato in ritiro. Si riparte da questo, pian piano verrà rinforzato l’organico e lo stesso centrocampo. Non a caso nel vertice a Castelfranco Fabiani ha assicurato che verrà preventivamente presa un’altra mezz’ala di spessore, comunque in anticipo per farsi trovare pronti di fronte a qualunque addio. Ci sono nomi nuovi nell’elenco e i vecchi Gedson Fernandes e Veerman di livello. In regia Torreira è il preferito di Sarri, resta in pole, ma l’agente Bentancur pressa la chiusura (ancora non esiste alcun appuntamento) per favorire il Galatasaray, che vuole cederlo a 12 milioni e prendere il sostituto Paredes - con un ingaggio da 2,5 milioni sino al 2027 - a metà prezzo. Non a caso, i biancocelesti si sono inseriti proprio sull’ex playmaker juventino. Forse è solo un’azione di disturbo per ottenere un sostanzioso sconto sul principale obiettivo uruguaiano o forse no. Il manager Pirosanto conferma che c’è anche la Lazio, altri club in gioco, bisogna prenderne atto. Ormai può succedere di tutto. Il Messaggero/Alberto Abbate

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