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Marco Delvecchio, ex bomber della Roma, ha concesso una lunga intervista partecipando al podcast pubblicato sui canali ufficiali del club giallorosso. In vista dell'imminente derby capitolino del prossimo sabato 6 aprile, è inevitabile che l'argomento della stracittadina sia stato affrontato. Ecco il suo intervento:

Confronto tra derby di Milano e derby di Roma

Non c’è paragone. Anche quando giocavo ho sempre detto che il derby di Milano lo percepisci quando arrivi allo stadio la domenica, ma il derby di Roma lo inizi a vivere un mese prima che arrivi. Altra storia, altre tifoserie, altri colori, altri sfottò: un derby sentito 10 volte di più di quello di Milano

Delvecchio uomo derby

9 gol in 15 derby giocati. Bisogna avere un po’ di fortuna nelle cose. Io ho avuto la fortuna e anche la bravura di riuscire a fare sempre gol nel derby. Era una partita che io sentivo, nel senso che sapevo fosse una partita importante a cui tutti tenevano, i tifosi, la squadra, e quindi era una partita in cui riuscivo. Dare il meglio di me stesso. 

Il primo gol al derby ho detto “Vabbè, ho fatto un gol al derby”. Poi c’è stata una doppietta, e ho detto “vabbè ho fatto tre gol nei derby”. Poi c’è stata un’altra doppietta e là ho capito che il derby era cosa mia e quindi poi gli altri sono venuti di conseguenza

Il derby più emozionante

Quello che ricordo con più emozione il primo che abbiam vinto dopo tanti derby che perda amo o non riuscivamo a vincere. Quello prima avevamo pareggiato 3-3 che stavamo perdendo 3-1 ed era praticamente un altro derby perso, siamo riusciti a pareggiarlo e potevamo anche vincerlo. E poi quello vinto 3-1 nel 98/99, quello è stato il crocevia che ci ha fatto vincere tanti derby dopo.

Non c’è bisogno di stimoli in queste partite, ti caricano a prescindere. Io non vedevo l’ora arrivasse il giorno del derby perchè pensavo in continuazione e volevo prendermi la scena

 Nesta e Gottardi

Nesta il biancoceleste che mi soffriva di più. Nesta aveva un passo lungo, è alto come me, quindi mi trovavo a mio agio. Gottardi invece come caratteristiche era diverso da me. Era brevilineo, velocissimo, quando me lo mettevano addosso avevo difficoltà ad andargli via. Quando sono in progressione vado più forte di lui, ma nei primi passi era tanto reattivo

Il significato del derby

Bisogna avere quell’approccio positivo ma non troppo intenso. Se rimani freddo riesci a giocarlo meglio. Io lo affrontavo in modo ’come va, va’, davo tutto quanto ma non me ne facev neanche una ragione di vita, nel senso che non ci pensavo troppo. Ance pensarci troppo richiedeva tante energie. Vivevo la settimana sapendo ci fosse il derby, lo percepivo dalla gente e da tutto l’ambiente, però cercavo di avvicinarmi come una partita qualsiasi. Poi quando ero in campo cercavo di dare il massimo com sempre, però secondo me il segreto è anche quello, cercare di viverlo un po’ spensierati per dare il meglio

Un consiglio a De Rossi

Daniele è un ragazzo nato e cresciuto a Roma, è sempre stato alla Roma quindi lo viveva, così come Totti, con tanta attenzione e ci pensavano anche troppo, magari non riuscivano a esprimersi nel migliore dei modi. Daniele è cresciuto tantissimo, è maturato quindi saprà sicuramente lui come affrontare il derby nel migliore dei modi e sono sicuro che lo farà benissimo

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