A caccia della svolta sul campo più difficile, San Siro rossonero, per tradizione e per la forza dell’avversario, attuale capolista insieme con l’Inter. Alle 18 la Lazio prova a confermare i progressi visti contro il Torino davanti a 70.000 tifosi del Milan (2.000 quelli biancocelesti). Un’impresa possibile anche se molto complicata considerando il dato delle vittorie al Meazza, due negli ultimi 34 anni. Una nella notte dei tempi proprio a settembre del 1989 grazie a una sfortunata autorete di Paolo Maldini pressato da Di Canio, era la Lazio di Materazzi. Poi il bis nel 2019 con reti di Immobile e Correa e Inzaghi in panchina. Numeri preoccupanti così come quelli di Sarri che nelle ultime cinque sfide contro Pioli tra coppa e campionato ne ha vinta solo una, quella dello scorso gennaio (4-0). Per il resto solo sconfitte, amarezze e sogni spezzati sia con il tecnico toscano sia in questo lungo periodo segnato da cocenti delusioni anche durante l’epopea cragnottiana.

Tant’è la Lazio non può fare calcoli, deve continuare a risalire una classifica rovinata soprattutto dalle due sconfitte iniziali contro Lecce e Genoa. Sarri non ha ancora trovato i giusti equilibri mentre Pioli ha saputo riscattare in fretta la batosta nel derby per raggiungere di nuovo i rivali cittadini in testa alla classifica. Tra l’altro ci saranno tutti i titolari, recuperato Maignan, titolari sicuri Giroud e Leao a riposo nel blitz di Cagliari. La banda di Sarri resta un’incognita, sarà quella convincente contro Napoli e Torino, molto simile alla squadra della passata stagione nei secondi tempi, oppure quella paurosa e inconcludente vista nelle altre quattro partite finora disputate? La risposta a San Siro, un esame da superare affidandosi ai migliori, tutti in campo seppure affaticati dai tanti impegni ravvicinati. L’allenatore biancoceleste è partito per Milano con tanti dubbi soprattutto a centrocampo: davanti a Provedel, certi di un posto Marusic, Casale, Romagnoli (per lui ritorno in maschera dopo la frattura al naso rimediata contro il Torino), confermato il tridente Felipe Anderson-Immobile-Zaccagni, dubbi in mezzo. Oltre a Luis Alberto c’è da scegliere gli altri due, favoriti Cataldi e Kamada ma non si può escludere l’impiego del talismano Vecino oppure di Rovella convincente nell’ultima partita. Al di là degli uomini conterà lo spirito che deve essere animato da umiltà e voglia di risalire dopo l’avvio choc. Sarri chiede ai suoi continuità per poter preparare serenamente la trasferta di Glasgow contro il Celtic in Champions League e la successiva sfida all’Olimpico contro l’Atalanta. Prima della sosta il demiurgo del gruppo biancoceleste vuole ritrovare la vera Lazio. Il Tempo/Luigi Salomone

7° SERIE A | MILAN-LAZIO 2-0 (60' Pulisic, 88' Okafor)
La Repubblica | Lazio, contro la capolista Sarri cerca conferme e punta su Felipe