Il Messaggero | Lazio, casting per il dopo-Maximiano: non c’è più solo Audero, spuntano Turati e Martinelli
Porte girevoli, ancora in cerca dell’incastro giusto. Sull’asse Roma-Firenze c’è un’improvvisa e suggestiva ipotesi in ballo: se la Viola (oltre la Spagna) può essere una destinazione per Maximiano, la Lazio ora guarda anche al baby toscano Tommaso Martinelli per rimpiazzarlo. Il classe 2006 della Primavera di Aquilani, già convocato da Mancini per uno stage con l’Italia, piace molto ed è un’idea anche per il futuro. Sarri però pensa soprattutto al presente, ha scelto da tempo il 26enne Audero per alternarlo a Provedel fra Coppe e campionato. Il portiere della Samp è ancora in pole, ma adesso la società biancoceleste valuta anche giovanissimi da far crescere all’ombra del portiere friulano. De Laurentiis ha detto no per Caprile, pronto a fare il salto da Bari sotto il Vesuvio. Lo staff di Sarri ha consigliato anche Stefano Turati, 21enne di proprietà del Sassuolo, protagonista della promozione del Frosinone, terzo dell’Under 21 di Nicolato. Sono due nomi da tenere in forte considerazione, se ne parlerà oggi a Castelfranco nel vertice di mercato.
TERZINO - Si sta muovendo poco anche in uscita e c’è un’altra squadra che non rientra più nel progetto. Basic ha estimatori in Francia, Cancellieri è stato sondato da Salernitana e Torino. Un capitolo a parte, lo merita Pellegrini, su cui Lotito non sembra intenzionato ad esercitare il riscatto da 12 milioni, nemmeno con uno sconto bianconero. La Lazio lo inserirebbe solo nell’affare Milinkovic o accetterebbe il rinnovo del prestito, e Luca dovrebbe decurtarsi definitivamente buona parte dell’ingaggio. Sarri non ha mai dimenticato Parisi in quel ruolo. Emerson Palmieri sembra ormai fuori portata, Kerkez era stato offerto e potrebbe essere rivalutato. Ci sarebbe Valeri, ma Mau lo considera uno da 3-5-2 sull’esterno. Confermato Gila, nonostante le difficoltà del primo anno: «Pensavo di giocare un po’ di più, ho passato un periodo brutto all’inizio e ho chiesto pure aiuto a uno psicologo. Sapevo che sarebbe stato difficile, ma ho scelto la Lazio per questo e sono felice di essere cresciuto per il prossimo anno». Il Messaggero/Alberto Abbate