Il Messaggero | A Formello è tempo di dossier: "Di Bello e Banti, ancora voi..."
Sarri e il suo staff hanno rivisto la partita di sabato su un maxi-schermo e nessuno ancora riesce a darsi pace per l’arbitraggio. E non si tratta l’episodio al 23’, che Sarri ha definito “quello che Gasperini chiama rigorino e danno solo nel campionato italiano” e che è stato assegnato dal Var, in quanto Di Bello non lo aveva riconosciuto come rigore. Proprio al Var c’era Banti, uno che con la Lazio ha un conto in sospeso dal 2011: tutto è iniziato da una sconfitta di Livorno, poi gli errori al San Paolo, come il pallone di Brocchi finito dentro la porta (ma non visto dall’arbitro), il rigore del Napoli, l’espulsione di Biava e la rete contestata del 4-3 al 90’. Con quella gara ci si giocava la Champions. Poi c’è stato un derby con polemiche per una mancata espulsione di Strootman, o un Lazio-Inter in cui venne espulso Inzaghi per proteste dopo non aver concesso un rigore a Keita, che invece venne ammonito per simulazione. Tornando a sabato, ciò che non va giù a Sarri è la diversità di trattamento: “Perché rivedere col fermo immagine solo Cataldi su Morata e non la spinta su Pedro dieci minuti dopo?”. Non solo, il tecnico è stato ammonito per proteste col quarto uomo dopo un intervento di Milinkovic su McKennie, sanzionato da Di Bello. Anche Luis Alberto si è beccato un giallo, che il giorno dopo lancia una frecciata su instagram: “Avremmo meritato di più contro la Juve e possiamo andare avanti a testa alta, anche se alcune cose discutibili hanno cambiato il corso della partita. Continuiamo a lottare per centrare l’obiettivo Europa.” A Formello si ricordano bene le stagioni in cui la corsa Champions venne condizionata da errori arbitrali, sempre Di Bello l’anno scorso fu fermato per un turno a causa degli errori in Napoli-Lazio, specialmente per aver convalidato il 2-0 nonostante un tocco di mano di Mertens. Nel 2017, con Orsato, cadde nella simulazione di Strootman per un fallo di Wallace che si trovava a un metro dall’olandese. Era anche al Var in quel famoso match tra Lazio e Torino diretto da Giacomelli, che non venne richiamato per il fallo di mano di Iago Falque ma per il faccia a faccia con Immobile (poi espulso). Già da inizio campionato, Sarri aveva capito che la Lazio non è troppo amata in Italia, se ne era accorto con la sua espulsione contro il Milan. Lo riporta Il Messaggero.