Lazio, un ritiro che serve per cambiare mentalità prima di Fiorentina e Atalanta
Ieri c'è stato il primo giorno di ritiro a Formello, dopo la pesante disfatta di Verona. Il 4-1 subito in Veneto ha portato la società ad ordinare un serrate i ranghi nel quartier generale, dove Sarri si è confrontato con la squadra negli spogliatoi e poi ha diretto l'allenamento sotto gli occhi di Igli Tare.
Sembra esserci stato subito un cambio di atteggiamento nei calciatori, con una partitella finale dove nessuno si è risparmiato, dove Romero è uscito anzitempo per un duro intervento di Luiz Felipe ed André Anderson ha subito un pestone. Domani c'è la Fiorentina da affrontare allo Stadio Olimpico, una partita che diventa fondamentale contro una squadra in forma e affamata di risultati per trovare la continuità. Domenica c'è invece l'Atalanta ed in caso di brutta prestazione con la Viola il ritiro rischia di allungarsi ulteriormente.
Maurizio Sarri vuole che l'atteggiamento dei calciatori cambi e soprattutto non sia così altalenante: non si può passare da vittorie importanti ed esaltanti come quella nel derby e contro l'Inter, per poi arrivare a delle sconfitte contro Bologna ed Hellas Verona. Non vincere una determinata partita ci può stare, perché il calcio non è una scienza esatta e non è detto che il favorito riesca sempre a mantenere il pronostico. Ma quello che i tifosi e l'allenatore richiedono, è un impegno continuo e perseverante. Il primo tempo di Verona poteva finire con 4-5 reti a favore dei veneti, quindi l'approccio mentale al match è stato del tutto fallimentare.Si tratta, comunque, del nono ritiro da quando Claudio Lotito è diventato presidente: la prima volta fu di Delio Rossi nel 2009 prima di un derby, poi, a novembre dello stesso anno, Ballardini rimase 10 giorni a Norcia. Nel 2010 Reja tornò in Umbria per evitare una retrocessione drammatica, ma il più famoso, però, è sicuramente quello del 2013, prima della vittoria in Coppa Italia contro la Roma.