Andrea Ranocchia pubblica un video sul proprio profilo Instagram, parlando degli anni passati con un’unica passione: il calcio. E poi la decisione di rescindere il contratto con il Monza e pensare al proprio futuro.
Queste le sue parole:
"So che tanti di voi avranno letto della mia rescissione con il Monza. Ci tengo a far sentire la mia voce e tutto quello che sto attraversando: quando ho iniziato a giocare a calcio l’ho fatto con grande passione, non esisteva paragone. Sono stati dei momenti bellissimi in cui ho potuto fare amicizie e vivere di questo sport. Quando si inizia a giocare non si sa mai dove si finirà, ma non mi interessava. Ho avuto la fortuna di aver trasformato la mia passione in lavoro. Ho avuto la fortuna di aver fatto tante esperienze, sin dalle giovanili, che mi hanno dato tantissimo e avrò sempre un bel ricordo. In tanti momenti ho pensato di lasciare il calcio, ma un anno ho avuto la fortuna di conoscere Montanelli che mi ha riscoperto ed è iniziata la seconda fase della mia carriera.
Embed from Getty ImagesPoi è iniziata la fase del professionismo, sempre spinto dalla passione. Ho incontrato poi Conte che mi ha trasformato, migliorandomi e facendomi essere un vincente.
Ho passato dei bei momenti spensierati e voglio ringraziare tutti. Compresi i ragazzi del Monza, che ho lasciato ieri. Per arrivare a questi livelli nessuno ti regala niente, a volte può non bastare, ma a me è bastato. Non è stato scontato. Sono sempre andato d’accordo con tutti e ho cercato di prendere sempre qualcosa da qualcuno, allenatori e giocatori. Spero di aver dato qualcosa anche io a loro. Ringrazio la mia famiglia per avermi supportato e avermi regalato gioie.
Poi arriva un momento, che per me è stato qualche mese fa a maggio, quando ero all’Inter. Non è stato un anno semplice per me, ma qualcosa non mi tornava: così con la società abbiamo deciso di separarci perchè anche io avevo bisogno di nuovi stimoli e sono arrivato al Monza.
Purtroppo all’inizio di quest’anno le mie sensazioni non erano migliorate e ho sentito che qualcosa dentro di me si fosse spento: non volevo accettarlo, era una passione che mi portavo avanti da 30 anni. Impegnandomi, mi sono reso conto che mancava qualcosa e mi sono fatto delle domande. Dopo l’infortunio di Napoli, ho ritenuto giusto non prendere in giro nessuno; ho sentito il dottor Galliani per renderlo partecipe della mia decisione.
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Sarei stato il primo a pagarne le conseguenze, testa e fisico non c’erano più. Galliani è stato un signore e ha capito il momento, ci siamo lasciati da “amici” e siamo arrivati a questa decisione comune. Adesso mi prendo del tempo per mettere in sesto queste emozioni e i miei pensieri per il futuro. Non credo che tornerò a giocare a calcio, mi prendo del tempo e poi deciderò il da farsi. Grazie a tutti per l’appoggio che mi avete dato in questi anni. Sono stato fortunato".