Una squadra che vince e inizia a convincere. Ancora non del tutto in difesa. Il dibattito è aperto e va avanti sin dal primo giorno di ritiro. I tifosi hanno sempre sperato (e continuano a farlo) nell'arrivo di un centrale, ma non Sarri. O meglio non così come si possa pensare. Il tecnico aveva altre priorità, soprattutto a centrocampo e in attacco. Non per privilegiare la fase offensiva, per presunzione o superficialità, ma perché, anche conscio delle difficoltà finanziarie, talmente sicuro delle sue idee, è pronto a puntare più sul sistema che sugli uomini. «Il difensore? Abbiamo accontentato Sarri, che è un maestro, in tutto, siamo convinti che riuscirà ad ottenere il massimo da questo giocatori e ci porterà in alto», sentenzia il presidente Lotito. Certo, riflessioni sulla non più giovane età di Reina (39 anni) e le condizioni di Luiz Felipe sono sicuramente da fare. Il portiere spagnolo, al momento, è il titolare, mentre il centrale brasiliano ha dovuto saltare la seconda partita di campionato per un leggero fastidio muscolare.

LE INCOGNITE

Problemi che negli ultimi anni spesso si ripetono. Da due giorni è rientrato in gruppo e sta bene, c'è da dire inoltre che il giocatore pare abbia fatto un lavoro posturalesi mile a quello che ha fatto Marusic lo scorso anno e che tanti benefici ha portato. Il terzino ha giocato senza mai fermarsi. Accanto ci sono Acerbi, Hysaj e Lazzari che danno stabilità, anche dal punto di vista della qualità. Dietro ci sono Patric, l'esperto Radu e il reintegrato Vavro, ma solo in campionato. Su quest'ultimo, il tecnico non appare convinto, almeno per quello che si è visto nella preparazione, avendo lo utilizzato col contagocce, ma per lui l'ennesima occasione per rimettersi in sesto e provare a dimostrare il suo valore. Sullo spagnolo, che può giocare pure come esterno, c'è il benestare di Sarri. E, strano a dirsi, visto quello che l'ambiente pensa di questo giocatore, col massimo dei voti. E' proprio qui la sorpresa, anche perché, per applicazione e tecnica di base, l'ex Barcellona ha convinto l'allenatore. Per Mau, infatti, conta più il si stema e l'applicazione dei calciatori. Un dogma. C'è da lavorare parecchio, questo si sa, anche per via di alcune sviste che ci sono state ad Empoli, soprattutto nei primi minuti, ma pure con lo Spezia. Per l'allenatore la fase difensiva è l'aspetto più importante del suo gioco. E' da lì che parte la manovra, paradossalmente pure la spregiudicatezza dell'intero gioco. La difesa deve essere sempre alta a restringere il campo. Per questo pretende il massimo e passa ore a lavorare sull'assetto e sui movimenti del reparto arretrato: centrali e terzini devono essere un'unica cosa, sempre in sincronia. Anche per questo non ha spinto più di tanto per avere un difensore perché, dall'allenamento di ogni giorno, è convinto che questi giocatori riusciranno ad assimilare le sue idee e a compensare qualche limite legato alla qualità di qualche singo o. Su David Luiz, insomma, nessuna chance, nonostante l'ambiente spinga e sogna di vederlo con la maglia della Lazio. Il Messaggero/Daniele Magliocchetti

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