ESCLUSIVA | Lazio-Inter, Christian Recalcati: "Sarri ha la coperta corta. Sabato una gara da tripla: Inzaghi è più offensivo di Conte"
Dopo la sosta delle nazionali la Lazio torna in campo: sabato alle 18.00 arriva l'Inter dell'ex Simone Inzaghi. Per i biancocelesti serve il riscatto dopo la brutta prova di Bologna, mentre all'Inter serve recuperare punti per stare attaccata alla testa della classifica. Per analizzare la sfida tra le due squadre, il giornalista e opinionista sportivo Christian Recalcati è intervenuto in esclusiva ai microfoni di LazioPress.it.
Che impressione le ha fatto la Lazio fin qui?
"Mi aspettavo un qualcosa in più dalla Lazio, anche se il campionato è ancora lungo: ci sono giocatori da inserire che ancora non si sono ambientati con gli schemi di Sarri. Credo possa fare un buon campionato, lottando per i primi quattro posti".
La sta deludendo qualcuno in particolare, o è un problema generale?
"Ho visto la squadra dello scorso anno, senza particolari delusioni. Gli manca qualcosa, come ad esempio quando manca Immobile: credevo che il mercato potesse dare qualcosa in più per la crescita della Lazio con Sarri. La rosa è corta, la delusione che ho da esterno è questa, soprattutto nei sostituti di Immobile".
Sarri ha evidenziato il problema della mentalità, l'Inter con Conte l'ha trovata: come si arriva a questa crescita?
"Io ho seguito Conte, e come Sarri è un allenatore di spessore. Martellava i calciatori dall'inizio alla fine: cercava di portarli a ciò che voleva lui, tutto ciò sommato ad una distensione fatta di scherzi e sorrisi ad Appiano Gentile. Si arrabbiava quando si partiva con calma: ricordo una gara in cui chiese a Lukaku se stesse bene, dicendogli che la partita era iniziata, ed eravamo solo al ventesimo. Lo schiaffo di Bologna può far bene per far capire dove la Lazio avesse sbagliato, forse Sarri intendeva questo".
La Lazio ha trovato nella Binance il suo nuovo sponsor, e anche l'Inter ha iniziato una partnership con Socios: cosa può dirci su questa operazione?
"L'interista ora vuole un bilancio apposto e giocatori da Inter: ieri tutti erano impazziti per il possibile interesse del nuovo proprietario del Newcastle. Oggi all'interista interessa vincere, il brand passa in secondo piano".
Che voto merita Inzaghi fino a questo momento?
"Più di così Inzaghi non poteva fare: forse abbiamo peccato in Europa, ma è già successo con Spalletti e Conte. In campionato ha fatto quello che doveva fare, trovandosi senza Lukaku: Dzeko, che è il suo sostituto, è capocannoniere. Ha fatto bene per ciò che poteva, sta mettendo in campo sempre gli esterni giusti: gli manca qualcosa a centrocampo, Calhanoglu a quei prezzi non lo avrei mai preso, in più gli manca Eriksen".
A cosa attribuisce questa difficoltà in Champions League che va avanti da anni?
"Non abbiamo uomini da Champions League, ma dipende anche dalla fortuna nelle singole partite: con il Real Madrid non meritavi la sconfitta, mentre con lo Shakhtar Donetsk hai fatto qualcosa in più di loro. A mancare sono i giocatori che fanno la differenza in Champions League, senza portarti per mano verso la vittoria: alcuni hanno esperienza in nazionali minori, non in quelle top. Siamo leggermente indietro per affrontare le corazzate in Europa, tuttavia è anche un discorso di mentalità: l'Inter di fine campionato scorso avrebbe passato tranquillamente il girone da cui è stata eliminata".
In cosa il 3-5-2 di Inzaghi è differente da quello di Conte?
"Inzaghi ha iniziato con una mente più elastica rispetto a Conte: all'inizio passava dal 3-5-2 al 3-4-2-1. La differenza tra i due allenatori sta nel fatto che conte era un filo più difensivista, basta vedere il lavoro che ha fatto con Hakimi: alle volte poteva essere lasciato libero alla Maicon con Mourinho. Inzaghi gioca leggermente più offensivo: Dzeko non fa il Lukaku, arrivando a centrocampo per prendere e smistare il pallone per i vari inserimenti. In più Calhanoglu ha provato a metterlo nel ruolo di Eriksen, ma la perdita del danese è grave: Conte forse avrebbe giocato con Vecino piuttosto che con il turco. Calhanoglu deve migliorare tanto in fase difensiva, il suo ruolo è quello da trequartista: Eriksen si era adattato, ma era molto più forte e completo. La differenza la vedo nei tre a centrocampo, l'Inter con Inzaghi è più offensivo, ma i due 3-5-2 si assomigliano molto".
Che gara si aspetta sabato?
"E' una partita da tripla: una gara difficile, con l'Inter che ha la grana dei rientri dalle nazionali. Lazio-Inter è sempre stata una gara in cui tutto può accadere: se la Lazio fa una partita alla Sarri, andando a imbrigliare il 3-5-2, potrà essere pericolosa. L'Inter ha tutto da perdere: venire fuori dall'Olimpico con una sconfitta, prima di tornare in Champions, rischierebbe di far perdere sia morale che punti preziosi. Un pareggio per la Lazio sarebbe uno step nella crescita generale, per l'Inter è diverso: la gara è difficile, ma rischi di perdere punti dal primo posto con una situazione difficile anche in Champions".