Milinkovic: "Vi svelo perché ho scelto la Serbia. Il nostro primo obiettivo è superare la fase a gironi"
Intervenuto sul canale ufficiale della Fifa, il centrocampista della Lazio Sergej Milinkovic Savic si è raccontato parlando del Mondiale che attende lui e la sua Serbia. Queste le sue parole: “Sono nato in Spagna, poi ho vissuto in Austria. Mia madre è serba, mio padre bosniaco. Ma in qualche modo, facevamo sempre tutte le nostre vacanze in Serbia. Per questo ho deciso di giocare nella nazionale serba. Giocare per il proprio Paese e per la propria gente è una delle cose più importanti nella carriera di un giocatore. Sì, non avrò vissuto qui, ma dopo aver trascorso molto tempo qui con la mia famiglia, ho iniziato a sentire il bisogno di giocare per questa nazionale. Per il mio Paese” “Russia 2018? Ero giovane e non presi parte alle qualificazioni. Poi l’allenatore mi chiamò. Inizialmente è stata dura per me, perché non sentivo di meritare di essere lì. È successo tutto così in fretta. Ma alla fine i compagni di squadra mi hanno accettato nel migliore dei modi e mi sono abituato” “Cosa è cambiato rispetto agli ultimi Mondiali? Ho migliorato molte cose in cui non ero bravo. C’è sicuramente altro da migliorare, ma questo avviene con il tempo. Molte cose dipendono dall’allenatore: lui può notare se c'è margine di miglioramento e in quale ambito. Non c'è un solo giocatore che non abbia delle imperfezioni” "Quali sono stati i momenti più importanti? “Sicuramente la partita più importante è stata quella in Portogallo, quella che ha deciso tutto. Ma anche quella in Irlanda. Lì per tutta la partita siamo stati sopra di un gol e poi abbiamo subito una rete sfortunata, per la quale abbiamo dovuto vincere in Portogallo. Ma sono sicuro che ricorderò per sempre quella partita, perché poi abbiamo realizzato l'impossibile. È stato qualcosa che nessuno credeva potesse accadere. Portogallo? Ci sono molte cose che non dimenticherò mai. La prima è l'arbitro che fischia la fine. Il momento in cui ho visto i giocatori in panchina correre in campo e quelli in campo abbracciarsi. È qualcosa che non dimenticherò mai. I festeggiamenti sono continuati a lungo: dopo che lo stadio si è svuotato, i nostri tifosi sono rimasti nel loro settore. E poi tutto ciò che è seguito. Negli spogliatoi, sull'autobus, in albergo... È stata davvero una notte da ricordare” “Stojkovic? All'inizio è stato strano avere una persona così famosa come allenatore, sapere che sarebbe stato al nostro fianco a sottolineare i nostri errori. Ora è passato un anno da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, forse anche di più. Sicuramente ho imparato da lui cose che mi saranno utili per la mia carriera in futuro. La sua fama si è rivelata utile per noi perché ci ha dato la forma di cui avevamo bisogno, l'aspetto di una nazionale. Ci ha trasmesso le sue conoscenze, come è stato evidente durante le qualificazioni” “All'ultima Coppa del Mondo abbiamo avuto nel gruppo Svizzera e Brasile. Inizialmente ero deluso perché avrei voluto che le nostre avversarie fossero diverse. Ma ripensandoci, non è una cosa così negativa. Possiamo cercare di ottenere risultati migliori di quelli ottenuti in Russia. Sinceramente, non vedo l'ora di partecipare alla Coppa del Mondo. Non vedo l'ora che inizi l'organizzazione e la preparazione per questo grande spettacolo” “A mio parere, dobbiamo avere aspettative realistiche e mantenere la calma, come durante le qualificazioni. Dobbiamo giocare una partita alla volta e accumulare vittorie il più possibile. Ma il primo obiettivo ora è superare la fase a gironi” Embed from Getty ImagesEmbed from Getty Images