La sfida tra bomber con Kane alla fine l'ha vinta Ciro. Lo ha fatto al minuto 69 caricandosi sulle spalle tutta la responsabilità del mondo dagli 11 metri contro Neuer. Lo ha spiazzato come se fosse la cosa più semplice del mondo, ma non lo era in quanto grazie a quel gol la Lazio si è presa un vantaggio enorme, inaspettato: “Non mi sentivo così sicuro di tirarlo stavolta, ma è il mio mestiere. Volevo incrociare, ma ho visto Neuer buttarsi prima e ho calciato piano, perché non c'era nulla da rischiare”, dice Immobile al termine del match. 

Ciro si è lasciato ispirare dalla serata e dall'atmosfera Champions e da Miro Klose, suo predecessore presente all'Olimpico per Prime Video. C'era anche Tuchel in panchina, quell'allenatore che ai tempi del Borussia Dortmund gli aveva tolto l'interprete rendendogli più complicato l'adattamento.

Ha aspettato il momento giusto e alla prima occasione ha colpito. Non si tratta solo di segnare il rigore, quell'azione Ciro se l'è costruita arrivando nell'area avversaria con prepotenza. Fino a quel punto la partita del capitano era stata di sacrificio, mettendosi al servizio dei compagni per far partire il pressing sugli avversari. 

Cinque minuti dopo la rete, Sarri lo ha richiamato in panchina concedendogli una meritatissima standing ovation dall'Olimpico strapieno: aveva vinto la sfida con Kane. L'inglese ha provato a lottare per liberarsi della difesa laziale, ma senza successo. Nel primo tempo gli è stato concesso un solo pallone, dopo appena sette minuti; da lì in poi è stato ingabbiato. Gila ha vinto gran parte dei duelli aerei, mentre l'inglese sulla punizione calciata sul finale è scivolato. Il prossimo 5 marzo ci sarà il ritorno all'Allianz, con Immobile e la Lazio che partiranno dall'1-0.

Corriere dello Sport

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