Nessuno che salta l'uomo, nessuno che prova la giocata rischiosa, nessuno che prova a cambiare ritmo. O meglio, uno solo: Zaccagni. Il migliore della Lazio, l'unico che - nello 0-0 di ieri sera contro il Galatasaray - ha provato a darsi da fare per uscire dagli schemi e provare a scardinare il muro messo su dalla squadra turca. Che si è chiusa, con ordine e determinazione, ed è uscita dall'Olimpico con il primo posto nel girone. Tradotto: qualificazione diretta agli ottavi e due settimane di 'riposo' a fine febbraio.

Era quello che avrebbe voluto Sarri, alla ricerca di tempo per lavorare sul campo con la sua Lazio. "Sono diventato un regista televisivo, alleno solo sui filmati", ripete da settimane il Comandante, che si aspettava un atteggiamento simile del Galatasaray, ma sperava che i suoi uomini potessero trovare una soluzione per vincere l'incontro. Invece no, perché la Lazio - decisamente sotto ritmo - è stata molto imprecisa sulla trequarti avversaria, sbagliando sempre l'ultimo passaggio. Solo due grandi occasioni in 90': Immobile a ridosso del primo tempo e Luis Alberto, di interno destro dal limite, nel finale. Troppo poco per superare il Galatasaray e volare agli ottavi. "Ci è sempre mancato qualcosa: dentro l'area o nell'ultimo suggerimento. Non voglio lamentarmi, ma giocare su questo terreno per una squadra tecnica è difficile", il commento amaro di Sarri.

Ora la strada in Europa è diventata assai più complicata. Perché lunedì, a Nyon, la Lazio dovrà fare i conti con un'arma insidiosa. Dove c'è BarcellonaBorussia Dortmund, Lipsia, Siviglia e Porto, squadre di primo livello, abituate alla Champions. Ma anche Zenit e Sheriff Tiraspol, le due avversarie più abbordabili ma comunque da non sottovalutare. Non potrà pescare l'Atalanta, la Lazio: da regolamento, due club della stessa federazione non possono incontrarsi né ai sedicesimi e né agli ottavi.

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