Leggo | Sarri gode, può allenare la Lazio: solo tre giocatori nelle Nazionali
Maurizio Sarri può sorridere: in questa seconda sosta per le Nazionali, la casa laziale di Formello non si svuoterà. «Quando i miei giocatori non vengono chiamati in nazionale io sono contento perché possono allenarsi con me», aveva ammesso il tecnico dopo la vittoria sull’Atalanta, parole che avevano scatenato la reazione del ct Spalletti che ha rintuzzato (da toscano a toscano): «La Nazionale deve stare a cuore a tutti – ha detto in conferenza - anche a Sarri...».
Tutta colpa dei tanti impegni ravvicinati e di un calendario che non consente un attimo di sosta, per Sarri «ormai il campionato non è più sostenibile, i ritmi sono assurdi». Specie per chi ha impegni dispendiosi come la Champions. Ecco che dopo due giorni di riposo la Lazio si ritroverà oggi a Formello orfana di appena tre giocatori: Marusic, Hysaj e Vecino.
Una “bella notizia” per Sarri che subito dopo la sosta è atteso da un altro tour de force tra campionato e Champions con 6 partite in 22 giorni che culminerà con l’atteso derby del 12 novembre, in mezzo il doppio confronto di Champions contro il Feyenoord (il 25 ottobre a Rotterdam e il 7 novembre all’Olimpico) che indirizzerà la qualificazioni agli ottavi, obiettivo primario evitare la “retrocessione” in Europa League che, giocandosi il giovedì sera, può diventare un intralcio soprattutto per una squadra chiamata a recuperare un avvio di campionato da dimenticare.
Per risalire la china però servirà la spinta di tutta la risa al completo, in queste due settimane il tecnico lavorerà per riavere al top della condizione soprattutto Zaccagni e Immobile: entrambi out in Nazionale. Il primo è uscito dalla sfida contro l’Atalanta con una contusione alla caviglia e da oggi inizierà un protocollo riabilitativo. Ciro invece, lamenta un affaticamento: dovrà fare lavoro specifico per evitare che l’infortunio diventi un problema serio. Tra l’altro alla ripresa del campionato, a Reggio Emilia contro il Sassuolo, Sarri dovrà osservare la partita dalla tribuna perché squalificato un turno. Leggo/Enrico Sarzanini