Lazio, Parolo ricorda Immobile: "Parlano i numeri per lui. Vi racconto un aneddoto sul suo arrivo"
L'ex centrocampista laziale è intervenuto ai microfoni di Radiosei per ricordare la storia di Ciro Immobile con la Lazio
E' stata una storia d'amore durata 8 anni quella di Immobile con la maglia della Lazio; Marco Parolo, suo ex compagno, ha voluto raccontare un aneddoto sull'arrivo di Ciro a Roma e ha ricordato i momenti migliori vissuti insieme. Queste le sue parole ai microfoni di Radiosei
Il rapporto di Parolo con Immobile
Con Ciro ho condiviso 5 anni di ritiro a Formello come compagni di camera. Sono rapporti che nascono da soli, si basano sul rispetto reciproco. In tutte le cose: dal lasciar dormire Ciro la mattina a lasciar dormire me quando la sera mi addormentavo prima. Sono piccoli gesti che poi in campo hanno fatto sì che il nostro rapporto sia sempre piacevole, indipendentemente da quanto ci si incontri. Un rapporto naturale, vuol dire che ti trovi bene con l’altra persona. Vi frequentavate anche fuori dal campo? Capitava di più quando eravamo insieme alla Lazio. Spesso mangiavamo fuori insieme, lui mi chiedeva sempre di organizzare qualcosa con i go-kart, che a me piacciono molto. Quando andavamo in ritiro in Germania avevo l’obbligo di organizzare perché lui è un appassionato sfegatato. Io e lui ci giocavamo sempre primo e secondo posto, sempre bei duelli
Che tipo di giocatore era? C'è qualche aneddoto su di lui?
Tutt’ora è uno degli attaccanti che vede la porta, la sente più di tutti. Parlano i numeri per lui, è un giocatore che attacca benissimo la profondità. Una cosa che mi ha sempre impressionato: era il 2016, eravamo in Nazionale insieme all’Europeo e la Lazio lo stava trattando. A Igli (Tare, ndr) dico: ‘Ciro prendetelo tutta la vita, fa sempre gol, anche in allenamento, è l’attaccante che ci serve’. Gli avevo parlato bene della Lazio ma lui era già convinto. Mi ricordo agli inizi. Andiamo a fare un ritiro in Germania e facciamo la prima amichevole. Ciro giocava, Radu e Lulic erano affaticati e in tribuna. Abbiamo giocato su un campo non bello, Ciro era affaticato e aveva sbagliato un paio di gol. Lulic e Radu lo prendevano in giro dicendo: ‘Vabbè la prossima volta vieni a portarci la birra’. E lui risponde: ‘Vedrete, alla fine sarete quello che abbraccerete più di tutti’. Questo per far capire la convinzione che ha, poi da lì nasce tutto. La cosa che più mi ha sorpreso è la capacità di trovare gli spazi in area di rigore anche di testa. Penso al gol in finale di Supercoppa contro la Juventus. Io ho fatto il cross, ma non avevo messo una palla perfetta. Lui ha un testone grande, basta che la colpisca e la palla entra
I gol di Immobile con il Milan
Sì, il 100° con la Lazio, a San Siro. Su quel gol io e Ciro scherzavamo con Lazzari e gli dicevamo: ‘Pensa quanto sei fortunato, sei finito nel poster di una vita, si ricorderanno tutti anche del tuo assist, Ciro ti ha fatto diventare famoso’. Con tutti i record che ha fatto ne ha fatti diventare famosi parecchi. L’unica cosa buona è che contro la Spal a Ferrara si è fermato a 4 gol e non ne ha fatti 5 sennò mi batteva. Gli ho detto: ‘Fermati a quattro, basta, non andare oltre’. L’unico che ci ha battuto era Klose
C'era un avversario che metteva in difficoltà Immobile?
Acerbi era sempre fastidioso per come ti marcava, ha avuto poi la fortuna di averlo dalla sua parte. Se andiamo a vedere, però, ha fatto gol un po’ a tutti, difficile dire chi gli potesse dar fastidio. Anche contro la Juve, contro cui ha segnato allo Juventus Stadium, in finale di Supercoppa… Al Milan ha fatto gol, all’Inter anche, penso abbia segnato un po’ a tutti. Magari c’era la squadra che lo conteneva meglio ma a dire un difensore che ha sofferto tantissimo faccio fatica. Anche il primo anno in Champions con Inzaghi mi sembra abbia fatto 3 gol nel girone, di rigori non ne sbaglia quasi mai. Tutte le volte dice: ‘Basta tirare forte rasoterra, passa sotto la pancia del portiere ed è gol’. Però poi dovevi anche calciarli così, ha un modo incredibile di calciarli. Era bello che tutti i portieri sapevamo come avrebbe calciato ma faceva gol ugualmente