Le cose più belle di ieri, come scrive la Gazzetta dello Sport questa mattina, ci sono state prima e dopo la partita. La gara è stata bruttina, con la Lazio che aveva la testa già in vacanza e non riesce a vincere, ma ottiene comunque il punto che dà la certezza matematica dell'Europa League. 

Gli omaggi a Eriksson e Felipe Anderson

Lo spettacolo non è stato esaltante, ma i più di 50mila presenti tornano a casa con i brividi. La serata è iniziata con il saluto a Sven Goran Eriksson, il tecnico del secondo Scudetto che a inizio anno ha annunciato di lottare contro un male incurabile. Lo stadio lo ha inneggiato, sui maxischermi sono passate le immagini della sua Lazio e, nel momento in cui ha preso il microfono, lo stesso tecnico ha ammesso di non aver mai avuto una squadra così forte. A fine partita poi è stato il turno di Felipe Anderson. Dopo otto anni si chiude la sua avventura in biancoceleste e l'ovazione riservatagli racconta tutto l'amore del popolo biancoceleste. 

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La partita

Come anticipato, la prova della Lazio non è stata all'altezza di queste emozioni, però serviva un punto e un punto è arrivato. La Lazio è ufficialmente in Europa League e, specialmente per come si era messa la classifica prima dell'arrivo di Tudor, è un risultato assolutamente da non disprezzare. Il lavoro che aspetta il tecnico il prossimo anno non sarà facile. La squadra è stata messa alle strette da un Sassuolo retrocesso, senza obiettivi e pieno di giovani in  campo. I biancocelesti vanno in vantaggio grazie a una punizione di Zaccagni, ma rimangono avanti per soli sei minuti, dopodiché arriva il pari di Viti sul solito pallone che spiove in area.

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