Rovella: "Senza Sarri non sarei mai andato alla Lazio. Rimarrò laziale a vita. Sulla convocazione in Nazionale..."
Le dichiarazioni di Niccolò Rovella rilasciate ai microfoni di Rai Sport al ritiro della Nazionale a Coverciano
Le parole di Niccolò Rovella ai microfoni di Rai Sport in collegamento da Coverciano per gli allenamenti in vista delle prossime partite dell'Italia contro il Belgio e la Francia. Il centrocampista biancoceleste grazie al duro lavoro di questi mesi si è fatto notare dal ct della Nazionale italiana, Luciano Spalletti e ha finalmente ottenuto la convocazione con gli Azzurri. In questa intervista il mediano laziale ha parlato dell'orgoglio di esser stato chiamato a vestire la maglia dell'Italia e del suo amore per la Lazio e i suoi tifosi.
Ti è sembrato che questo momento potesse non arrivare mai?
In realtà sono ancora giovane, ho 22 anni era ancora presto. Sicuramente questa stagione è iniziata in maniera diversa anche con la Lazio stiamo facendo molto bene, diciamo che un pochettino ci speravo. Il centrocampista moderno deve saper fare un po' tutto, in Italia siamo fortunati perché ci sono tanti giovani bravi. Qualcuno un po' più giovane chi con tanta esperienza, ci sono molti giocatori giovani bravi che è un plus. Non ci sono solo centrocampisti bravi, ma anche attaccanti, difensori italiani giovani molto forti, che adesso stanno venendo fuori.
Punti di forza e cose da migliorare
Sicuramente è l'aspetto fisico da migliorare. già ci sto lavorando tanto a Roma, infatti ho fatto dei lavori a parte soprattutto quando mi sono dovuto fermare per la pubalgia, fisicamente ero ancora un po' indietro. Ci sono tante cose da migliorare, sento di poterlo fare. Pregi? L'aspetto caratteriale, mi ritengo un giocatore di personalità. Il mio idolo è Modric, mi è sempre piaciuto. In Nazionale invece mi è sempre piaciuto Marchisio, uno dei giocatori che più mi piaceva.
Prima c'è Bruxelles, poi c'è San Siro, pensi di poter esordire già contro il Belgio?
San Siro rappresenta tanto per me, è lo stadio in cui sono cresciuto e in cui ho fatto il mio esordio in Serie A, era lo stadio che guadavo da bambino e speravo di poterci giocare un giorno. San Siro rappresenta tanto per me, spero di poter giocare.
È vero che quando hai esordito hai fatto San Siro-casa a piedi?
Si (ride, ndr), perché i miei genitori abitano a pochi minuti di distanza dallo stadio quindi quando è finita Inter-Genoa c'era fuori mio padre che mi aspettava, sono uscito e sono tornato a casa a piedi, è stata una cosa bella.
La Juventus all'inizio ha puntato su di te, poi non più e arriva la Lazio, in quel momento è cambiato tutto?
In realtà no, ho sempre voluto giocare. Poi quando abbiamo deciso insieme alla Juventus di mandarmi a Roma, perché anch'io preferivo andare alla Lazio, quello è stato un passo importante per la mia carriera. A Roma ho trovato tutto quello di cui avevo bisogno, adesso con Baroni che mi sta dando tanta fiducia, ma anche Sarri che mi ha voluto lì, e per me è stato fondamentatale. Senza Sarri non sarei mai andato alla Lazio. Sia Sarri che Baroni mi hanno insegnato tante cose. Sono molto felice di stare alla Lazio, anche l'ambiente stesso, non mi aspettavo una cosa del genere. Ho una sintonia e un trasporto con i tifosi molto bella, già adesso devo ringraziare Sarri perché mi ha voluto proprio per quel ruolo, quello che preferisco il mediano davanti alla difesa. Mi ha dato tanti consigli. Baroni invece mi da libertà di gioco, anche di spaziare sia a destra che a a sinistra. Non sono nato laziale perché non sono nato a Roma, ma lo sono diventato perché è un ambiente straordinario. Avevo tanti amici di Roma che tifavano Lazio, per cui quando sono arrivato mi hanno iniziato a far vedere video della storia della Lazio, quindi mi ha affascinato tanto il mondo Lazio, è qualcosa che non traspare tanto da fuori, ma quando ci sei all'interno è incredibile. La Lazio la si vive come un sentimento.
Tu rimarrai laziale a vita?
Assolutamente sì, 100%.
Riguardo Baroni
Mister Baroni è stato bravo a trasmetterci questa concorrenza, a farci capire che tutti potevamo giocarci il posto, ma è una concorrenza sana perché il nostro è uno spogliatoio di amici, questo ha aiutato me come anche i nuovi che sono arrivati quest'anno. Usciamo spesso fuori a cena con le proprie mogli e fidanzate. Credo che sia questo aspetto a darci quel qualcosa in più nel nostro campionato.
Mister Spalletti ha detto ieri fuori dai microfoni: "A me Rovella piace proprio tanto"
Come ho parlato bene di Sarri e Baroni, Spalletti è uno dei migliori allenatori che abbiamo in Italia lo ha sempre dimostrato. Essere chiamato da lui in Nazionale è motivo di orgoglio e spero di poterlo ripagare al 100% sul campo.