CdS | Sarri scuote la Lazio: “Non si perde così”
Il tecnico espulso per un battibecco con Saelemaekers.
Come riportato dal Corriere dello Sport, è una Lazio anti-tutto per Sarri: “Questo è un brutto modo di perdere. La partita preparata non era questa, per me è fonte di delusione. Se perdi la partita non giocando il nostro calcio la sconfitta è più pesante. Le partite vanno marchiate con la nostra mentalità. Non è andato quasi tutto. Alla squadra ho detto che c’è modo e modo di perdere, noi abbiamo scelto il peggiore, non abbiamo giocato il calcio che abbiamo nella testa. Se lo giochiamo e perdiamo va bene, la partita è stata completamente diversa da quello che volevamo fare e che proviamo tutta la settimana. Ci siamo messi ad aspettare gli avversari nella nostra metà campo. Bisogna essere lucidi, so che sto chiedendo cose cui la squadra non è abituata e certe partite possono essere così. È chiaro che cambiando il modo di giocare deve cambiare anche il modo di pensare. In partita mezzo secondo di pensiero, se fai il movimento giusto o se sei nella posizione giusta, ce l’hai e questo porta a essere in ritardo. La squadra deve avere il coraggio di difendere nella metà campo avversaria, se costa qualcosa di pazienza. Non avevo grandissime speranze che la partita potesse cambiare, l’andamento era palese purtroppo per noi”.
Il tecnico biancoceleste è stato espulso alla fine del secondo tempo, perché Saelemaekers si è permesso di prendersi gioco di lui. È intervenuto Ibra con cui l’allenatore ha avuto modo di confrontarsi prima del rientro negli spogliatoi. “Saelemaekers ha fatto un gesto che a persone più anziane non si fa. Ibra l’ha portato per chiedere scusa, sono cose da campo”. Poi Sarri è tornato a parlare della gara: “Il problema è che se diventi attendista, prima o poi il pallone filtra. Se fossimo andati a colpire il pallone, e se avessimo alzato il baricentro, i palloni tra le linee sarebbero stati molto meno. Quando vieni da una sosta c’è sempre l’incognita, quando è una sosta per le nazionali l’incognita è tripla. L’incognita è ancora più forte soprattutto per squadre come noi che non hanno fisionomia e identità ben precise”. Poi ha difeso Immobile: “Per qualcuno contano i numeri, per altri giocatori come Ciro non contano. Per numeri non è attaccabile, Italia e Francia hanno vinto Mondiali con attaccanti che non hanno mai segnato, ad esempio Giroud, ma è stato utile. Quando provi a cambiare in toto quello che ha fatto una squadra per anni questi momenti sono pronosticabili”. Il tecnico ha un rimpianto: “La nostra mancanza di aggressività. Non penso che sia un problema di concentrazione, siamo a metà strada tra un pensiero e un pensiero opposto. Non abbiamo mai nascosto che sarà un anno di transizione e costruzione”.
Infine, ha rilanciato una sua vecchia battaglia, si gioca troppo: “Le nazionali restituiscono giocatori disintegrati. Che il calendario sarebbe diventato impossibile lo dicevo 5 anni fa, rispondevano che mi lamentavo. Ora se ne accorgono tutti, ma non chi comanda. Associazione calciatori e allenatori stanno in silenzio. Io sono un amante del calcio e non mi sta bene”.