Da seconda linea a titolare. Dalle critiche e prese in giro all’ammirazione e gli applausi. Patric è a tutti gli effetti un punto di riferimento della Lazio e di Sarri. Complice le difficoltà di Casale, il 30enne spagnolo quest’anno si è imposto e sta giocando su livelli altissimi. Adesso, dopo tanti esami superati nonostante lo scetticismo generale, lo aspetta la tesi di laurea. L’aula è piena, almeno 50 mila tifosi avrà sugli spalti. Sarà degli step più complicati della sua carriera: quello contro Lukaku, nel derby di domani contro la Roma (ore 18).

Casale è rientrato dalla lesione alla coscia destra ma non è al meglio. Dunque con Romagnoli giocherà Patric, che dovrà usare tutte le sue qualità (rapidità, intelligenza e posizione) per sopperire alle evidenti disparità fisiche. Ma attenzione, perché con Lukaku c’è anche Dybala: un altro cliente molto molto scomodo. È davvero la prova per consacrarsi nel mondo Lazio. Nella vita Patric ha già superato una sfida difficile, molto ben più ostica di un duello in campo, riuscendo a uscire dalla depressione: “Venivo da una buona annata con Inzaghi, quella interrotta per il Covid. Ma ho sofferto tanto quando sono stato a casa da solo e dal nulla ho cominciato ad avere problemi di depressione e ansia, tutto è diventato buio. Così ho cominciato a lavorare con un mental coach e con altri esperti fuori dal mondo del calcio. Sono contento di come ho reagito e affrontato il problema”.

In confronto, il pallone non è nulla. Ritrovata la salute mentale, poi, Patric è diventato un altro giocatore. Più sicuro, più concentrato, più forte. Lo ha elogiato anche Sarri: “Se avesse qualche centimetro in più e fosse alto 1.90, potrebbe giocare da difensore centrale in qualunque club europeo di altissimo livello. È una fortuna avere un centrale con i suoi stessi piedi”. Adesso, però, c’è la tesi di laurea per fare il salto definitivo.

Lo riporta Tuttomercatoweb.com.

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