Fabiani
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Tanti i temi trattati da Fabiani, direttore sportivo della Lazio, ai microfoni di Dazn: il mercato che, in questi due anni, ha visto l'inserimento di diversi giocatori che si stanno prendendo sempre di più la scena. Il direttore ha parlato anche degli obbiettivi della Lazio e si è soffermato anche su alcuni singoli; queste le sue dichiarazioni.

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Gli obbiettivi e la stagione

Conquistarsi un posto in paradiso sarebbe importante sotto tutti i punti di vista: per la società, per i tifosi e per la squadra. La Champions la vivono come la scala del calcio, per i nostri tifosi e per tutti quelli che ruotano attorno alla società di calcio. Sarebbe un traguardo importante. La concorrenza è agguerrita, cercheremo di fare del nostro meglio e vediamo cosa riusciremo a fare. Non si può prevedere il futuro, adesso sarebbe troppo scontato dire sì ma direi una grossa bugia. Alla vigilia c’è sempre il timore di capire se hai fatto le cose bene o male, ma la nostra forza e soprattutto la mia da quando faccio questo lavoro è stata sempre quella di operare con serietà e professionalità. Devo dire che qualche risultato l’ho conseguito. Lavorare con giudizio, lungimiranza per costruire un progetto. Oggi siamo contenti di quello che abbiamo fatto anche se non abbiamo fatto nulla perché il calcio è pronto a smentirti e quello che hai fatto in precedenza non conta nulla. Dobbiamo vivere la giornata e dare sempre il massimo di noi stessi, non solo i calciatori e anche lo staff tecnico, la proprietà. Tutti devono remare dalla stessa parte fino all’ultimo respiro. Quando ottieni risultati importanti in seconda fascia sei pronto per andare al Real Madrid, di Baroni se ne sentirà parlare.

Le parole sul mercato

Da Tavares a Rovella, da Castellanos a Dia e altri anche a chiusura di mercato ne sono arrivate però non abbiamo fatto nessuna cessione onerosa proprio per non andare in controtendenza per quella che oggi per noi rappresenta un programma. Questo non significa che di fronte a una richiesta congrua non valuteremo attentamente la questione, ma lo faremo solo se riusciamo a rimpiazzare il calciatore adeguatamente perché dobbiamo alzare un pochino l’asticella per competere con quelle società che fanno da padrone perché operano in maniera diversa. Noi per essere competitivi dobbiamo mettere in campo le idee e competenza.

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