La Repubblica | La lezione di Portelli: “Laziali-fascisti. Il ministro francese sbaglia l’equazione”
A La Repubblica, il docente e tifoso critica la decisione di Parigi di vietare Marsiglia agli ultrà: “Un luogo comune”.
Vista la premessa, condividerà la protesta del presidente del club Claudio Lotito.
«Fino a quando Lotito non avrà il coraggio di uscire dal generico e di chiamare le cose col loro nome, le sue proteste non faranno i conti con la realtà del problema. Ci sono fascisti, teppisti e provocatori in tutte le tifoserie, solo nella Lazio hanno la pretesa di essere la vera identità della squadra, quando in realtà sono una minoranza rumorosa che non rappresenta altro che se stessa».
Nell’ordinanza il ministro dell’Interno francese fa riferimento al comportamento violento di «certi tifosi» abituati a ripetere «canti fascisti e saluti nazisti». Non si inventa nulla, non trova?
«Il problema è che il ministro Gerald Darmanin parla dei comportamenti dei fascisti, ma vieta la trasferta a tutti i laziali. Rimane compito della società e dei tifosi di ribadire che “alcuni” non sono “tutti”».
Cosa possono fare i tifosi anti-fascisti?
«Mobilitarsi. E lo stanno facendo. All’interno della tifoseria stessa ci si sta organizzando. Esiste un nuovo gruppo “Lazio e libertà” che ha la precisa funzione di rappresentare la presenza forte dell’antifascismo tra i tifosi laziali: ha già più di mille iscritti sui social, e si prepara a fare presto atto di presenza allo stadio, in forma ufficiale e organizzata».
Eppure, non a caso, la decisione del ministro francese ha provocato la reazione indignata di Giorgia Meloni, non degli esponenti di centrosinistra.
«La presa di posizione di Meloni è quasi controproducente, sembra che per difendere i diritti dei tifosi laziali debba parlare solo la destra sovranista. La vera risposta deve arrivare dall’interno della tifoseria, bisogna che i sostenitori laziali trovino una voce per dire basta a queste provocazioni».
Sarri ha detto testualmente: «Se fossi in Lotito inviterei il ministro a vedere una partita della Lazio, così capirebbe da solo che ha detto una sciocchezza».
«Idealmente perché no, potrebbe essere un gesto di apertura. Ma dipende sempre dalla situazione».