Lode a Dia, benedetti siano i gol: due nelle prime due gare da titolare, è il miglior battesimo per un bomber esordiente nell’era Lotito. Negli ultimi vent'anni, infatti, solo Klose era riuscito a partire così, mettendo subito il turbo. Incredibile ma vero, nemmeno Immobile, miglior marcatore della storia biancoceleste, aveva avuto un simile impatto. Dia in lungo e in largo, sulla trequarti, aiuto attaccante e aiuto mediano, Baroni lo ha anche reinventato. Perché in effetti sinora non ha mai giocato davvero come terminale offensivo nel 4-2-3-1, eccezion fatta per l'ultima parte della gara col Verona, dopo l'uscita di Castellanos. Dopodomani a Firenze Boulaye sarà finalmente schierato più avanzato, anche se il Taty freme per rientrare subito: ieri l'argentino ha già corso in differenziato a Formello, ma è affaticato, ha un edema all'adduttore sinistro. Baroni lo terrà a riposo, anche se non sarà facile rinunciare alla nuova coppia del gol: cinque reti insieme per Dia e l'argentino, solo Retegui e De Ketelaere hanno lo stesso score in questo campionato. Il ventisettenne senegalese stavolta dovrà sdoppiarsi, uno fra Castrovilli e Noslin gli girerà intorno. 

L’EXPLOIT 

Grazie a Dia è tornato il gol. La Lazio ne ha già collezionati otto (solo uno in meno di Inter, Milan e Napoli), in ognuna delle quattro giornate trascorse è sempre andata a segno. Negli ultimi 15 campionati, era successo solo con Inzaghi nel 2019/20), prima del brusco stop alla quinta gara (1-0) a San Siro. Boulaye ha fame, vuole calare il tris e non fermarsi più: «Mi sta impressionando, ha una forza fisica e una progressione pazzesca», il commento di Lotito dopo l'ultimo 2-1, inaugurato proprio da un guizzo del senegalese con un siluro sul primo palo. Secondo gettone da titolare, secondo centro consecutivo, con una media di un timbro ogni 103 minuti (escluso il recupero). Praticamente un avvio perfetto per il riscatto tanto agognato: «Mi sento bene e sono contento. Qui mi sento rinato». Dalle sirene della Premier sino alla vita fuori rosa a Salerno, dagli allori per i 16 gol e i 6 assist del 2022-23 ai miseri 4 centri di un 2023-24 da incubo. La Lazio aveva bloccato l’affare a inizio giugno, salvo poi congelarlo ad agosto dopo la ricerca fallita di un esterno.

LA VITTIMA

Sliding doors da sogno. Dia misericordioso, ma ora vuole diventare il re del gol: «Io sono un attaccante, posso fare entrambe le cose. Giocare sotto punta e anche attaccante centrale. Ho la qualità per fare questo. Sarà più difficile in trasferta, ma io voglio portare in alto questa Lazio». La Fiorentina tra l'altro è una delle sue vittime preferite, con la maglia della Salernitana ha già segnato quattro reti in tre gare, una tripletta in un clamoroso pareggio. Dia è pronto a far dimenticare l'assenza del capocannoniere Castellanos, a scavalcarlo.

L’ULTIMO ARRIVO 

Dopodomani non ci sarà nemmeno Gigot, per cui lo staff medico ha deciso un percorso personalizzato per farlo tornare al top. Ieri il difensore francese si è staccato dal gruppo, Baroni quasi sicuramente dovrà puntare ancora su Romagnoli e Gila dietro. Marusic insidia Lazzari per provare ad avere più equilibrio. Mosse in campo, fuori i passi di Lotito: «Dopo aver firmato l'accordo con Aeroitalia, stiamo lavorando su un altro paio di opzioni - le parole a Radio Laziale del responsabile marketing Canigiani - e speriamo di arrivare a buon fine presto». Il patron spera nell’abolizione del Decreto Dignità per il reintegro di uno sponsor betting sulla maglia della Lazio. Per il nuovo logo ci vorrà più tempo.

Il Messaggero

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