ESCLUSIVA | L'ex Cremonese Mario Montorfano: "Un applauso a Sarri e alla Lazio. I numeri di Immobile sono impressionanti". Poi via ai ricordi...
Domenica 28 maggio alle ore 18 andrà in scena all'Olimpico il penultimo atto di questa stagione di Serie A per Lazio, che ha la Champions League in tasca, e la Cremonese oramai retrocessa. Una partita che darebbe un colpo importante anche in chiave secondo posto ai biancocelesti e che vedrà la cornice delle grandi occasioni. L'Olimpico è infatti vicino al record di presenze in stagione in una partita in cui si celebrerà l'addio di Stefan Radu e i 10 anni dal trionfo in Coppa Italia nel 2013 contro la Roma. Per parlare di questa gara è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it l'ex giocatore e allenatore della Cremonese Mario Montorfano.
Una gara che si gioca tra una squadra che ha la qualificazione in Champions League in tasta e un'altra oramai matematicamente retrocessa. Che gara ci aspettiamo?La Cremonese penso che dopo la pessima figura che ha fatto in casa col Bologna, una partita che vinta avrebbe potuto dare una speranza per le ultime gare, invece la gente e la stampa della Cremonese è rimasta delusa che si è giocata una gara così per le residue speranze di salvezza. La Lazio ha fatto invece un brillantissimo campionato, non la avrei messa tra le prime quattro. Un applauso a Sarri e ai ragazzi, considerando che Immobile è stato spesso infortunato e non ha fatto vedere quanto fatto gli anni scorsi.
Pensi che il percorso intrapreso con Sarri avrà lunga durata?Io credo che Sarri in tutte le sue annate, da Napoli, con la Juve ha vinto uno scudetto e col Chelsea un'Europa League. Con la Lazio sta facendo bene. E' un ottimo allenatore e potrebbe avere una continuità in questo progetto, magari con qualche giocatore funzionale per allungare la panchina. Il Napoli ci ha vinto un campionato così quest'anno, con giocatori di alto livello.
La Cremonese dovrebbe invece ripartire da Ballardini o dovrebbero cambiare alcune cose secondo te?
Questo non lo so, io ho fatto 34 anni nella Cremonese tra settore giovanile, prima squadra e poi allenatore del settore giovanile e in tre occasioni anche della prima squadra in Lega Pro conosco bene le dinamiche di questa squadra. Anche se la gestione è diversa dalle precedenti, dove venivano acquistati 5-6 giocatori ogni anni tenendo quelli dell'anno precedente, tanto è vero che nei miei anni abbiamo fatto più volte avanti e indietro tra A e B. Ultimamente hanno acquistato 18 stranieri e penso che Alvini all'inizio abbia fatto fatica, anche per via di abitudini d'allenamento diversi. Questo è un prodotto pagato: la dimostrazione è il Monza che si è basato su ragazzi italiani e che ha fatto un campionato prestigioso. La Cremonese se rimane lo zoccolo duro con un parco giocatori così e qualche innesto può ripetere quelle promozioni degli anni '90 tornando in Serie A. Anche se un lato negativo di questa gestione è che la Cremonese sembra staccata dalla città e dalla tifoseria, servirebbero delle figure che possano coinvolgere anche la città. Però i risultati negli ultimi anni sono stati comunque ottenuti, anche se la Cremonese è arrivata in Serie A con 6/7 anni di ritardo.
Hai trascorso tantissimi anni nella Cremonese: quale è il tuo rapporto con la piazza?Io, pur essendo considerato una bandiera, poiché nessuno ha fatto 34 anni nella Cremonese, non sono un idolo. A Cremona si parla di Alviero Chiorri, lui è quello che ha lasciato il segno per 8 anni nella Cremonese. Però i tifosi, anche tramite i social, mi contattano e mi chiedono opinioni. Un buon rapporto. La piazza si aspettava qualcosa in più per le modalità in cui si è retrocessi. In questa stagione bastava fare non tanto per raggiungere la salvezza: si è pagata. 17 partite e 11 punti con Alvini, che considero comunque un buon allenatore. Ma con Ballardini si è tenuta una discreta media.
Poi, via ai ricordi...Vorrei ricordare quando ci furono gli spareggi 82/83 quando salirono Milan e Lazio e noi facemmo uno spareggio a Roma con il Catania. Poi salì proprio il Catania di Massimino e Di Marzio. In quelle annate in cui ho giocato molte volte ho trovato molti attaccanti importanti. Da Monelli al povero Fiorini, quando la Lazio partì da -9 nel 1987. Da Amarildo quando nel '90 si giocò al Flaminio, ma il più grande è stato Michael Laudrup, uno dei giocatori più talentuosi affrontati in carriera. Quando la Lazio partì da -9 facemmo uno spareggio con Cesena e Lecce: salì il Cesena. Poi vincemmo contro il Pescara allo spareggio dopo. Poi un legame con la Lazio, a maggio dell'82 vincemmo 0-1 all'Olimpico e fu uno dei risultati importanti per quella salvezza importante giunta in quella stagione: quando entrò Mondonico facemmo un filotto. In quella squadra iniziava ad esaltarsi un giocatore che mi fa piacere ricordare: Gianluca Vialli.
I primi passi nel calcio professionistico li ha infatti fatti in squadra in cui anche tu eri titolare...
Io e Luca abbiamo giocato insieme nel settore giovanile, io nella Berretti e lui negli allievi. Avendo tre anni più di lui ho esordito prima di lui. Poi è arrivato e piano piano la sua carriera ha iniziato a prendere forma, prima quando ci salvammo e poi l'annata dopo fu fondamentale in coppia con Nicoletti per tornare in Serie A. Poi lui andò giovanissimo alla Sampdoria, all'inizio della sua fantastica carriera.
Nei tuoi ultimi anni da calciatore lo stadio della Cremonese era stregato per la Lazio con diverse vittorie proprio vostre...Il 1994 è stato il mio ultimo anno: ricordo che ci siamo salvati e fu un annata molto importante. Poi seguirono altri due anni in massima serie e con la Lazio si andò sempre bene. Ricordo invece quando nel 1983 perdemmo una partita in casa con un calcio di punizione di Bruno Giordano, che ci faceva spesso male. Era un attaccante di grande eleganza e molto tecnico. Ricordo che ci siamo ritrovati sull'Argentario qualche anno fa, abbiamo chiamato anche Di Chiara con cui ho giocato nella stagione 1982/83. Se guardo agli attaccanti che abbiamo ora, che facciamo fatica a sfornarne, ma penso a quegli anni che avevamo Bettega, Pruzzo, Graziani, Paolo Rossi oltre che Giordano, ma tanti altri, avevamo degli attaccanti davvero importanti. Giordano era uno di questi, un attaccante di grande stile e qualità tecnica.
E Immobile come lo valuti?Immobile secondo il mio punto di vista è un giocatore che quando ha un po' di campo alle sue spalle con la sua corsa a semicerchio e un lancio in profondità di Luis Alberto o Milinkovic, sull'1 contro 1 è devastante. E' un opportunista d'area ma bravo anche di testa. Con Mancini fa difficoltà perché chiede molte sponde, dialogo e appoggio e lì va in difficoltà. Ma in profondità diventa micidiale. Ma i numeri di Immobile sono impressionanti.
Infine passiamo alla difesa, quella che era la tua zona. Come ti sembra il reparto costruito da Sarri per questa Lazio dopo una stagione difficile, la scorsa, e una in cui proprio la difesa è stata un punto di forza?
Sicuramente una delle forze delle squadre di Sarri è quella di curare sempre l'aspetto difensivo. Io Casale lo avevo già seguito al Verona e lo ritenevo un buon difensore. Un giocatore ancora giovane che al Milan magari ha fatto fatica ma che agli amici dicevo sempre che era un ottimo giocatore e che aveva bisogno di continuità è Romagnoli e quest'anno ha fatto un ottimo campionato a mio avviso.