La lettera di Martini a Frustalupi: "Caro Mario dove sei?"
Ogni laziale si commuove ancora ripensando alle emozioni vissute domenica scorsa allo Stadio Olimpico quando gli eroi del'74 (e i loro degni eredi) si sono schierati in campo ricreando quel magico 4-3-3 e riportando la mente indietro a 50 anni fa.
La lettera di Martini a Frustalupi
Sul proprio profilo Facebook, Luigi Martini, ha voluto dedicare una lunga lettera a Mario Frustalupi, rappresentato in campo domenica scorsa dal figlio Nicolò. Questo il contenuto:
Caro Mario ma dove sei? Qui c’è stata grande festa per la ricorrenza della vittoria del primo scudetto, vittoria di cui tu sei artefice principale ma come al solito te ne stai da parte , sempre in seconda fila, discreto e riservato.
Quando saliva la tensione tra i due spogliatoi tu eri già in campo e quando, durante le famose partite tra di noi cominciava la rissa tu eri già sotto la doccia. Lo so Mario tu non avevi bisogno di partecipare a quella follia collettiva che in fondo riguardava Chinaglia e Wilson contro Martini e Re Cecconi. Tu non capivi perché rischiare le gambe.
Ricordo un giorno, dopo scontri particolarmente violenti tu mi chiedesti perché tutto questo, per cosa ? Non ha senso arrivare la Domenica a giocare la partita contro gli avversari veri con le gambe ferite dai compagni, non c’è ragione mi dicesti.
Caro Mario io allora non avevo una risposta da darti, non avevo capito bene perché lo facevo, sentivo che andava fatto, che non dovevo arrendermi, sentivo che quella era la mia rivincita contro un mondo passato che non volevo più. Sai Mario solo quando se ne è andato via il Maestro ho capito che Giorgio combatteva per la stessa ragione. Senza più la sua guida Giorgio ha mostrato le sue sofferenze ed io ho capito che combatteva non contro me ma contro quello che non voleva ritornasse.
Caro Mario tu sei stato il primo a capire che senza il Maestro tutto sarebbe finito e te ne sei andato via, un giorno, senza dirlo a nessuno. Io così non ho potuto darti una risposta, ma fa niente, anche perché avevi ragione tu, allora, ma solo allora un senso non l’aveva!!