GdS | Guendouzi: “Sarei felice di vincere un trofeo con la Lazio…l’Italia era nel mio destino”
Le dichiarazioni del centrocampista biancoceleste Matteo Guendouzi
L’arrivo alla Lazio
Alla Lazio e nel campionato italiano mi trovo molto bene, sono soddisfatto della scelta fatta. Anche se sono qui da poco più di un anno credo di essere cresciuto molto come calciatore. Il vostro campionato è secondo solo alla Premier e, dal punto di vista tattico, è il massimo che ci sia. Questo, specie per un centrocampista, è un fattore molto importante.
Sulla convocazione in Nazionale
Non saprei perché non ho mai parlato con lui di questo, ma sicuramente il ct, avendo oltre che giocato anche allenato in Italia, sa bene quanto sia difficile la Serie A e quanto si migliori a livello tattico. La Francia può contare su tanti giocatori di grande livello. Da questo punto di vista penso che sia la nazionale migliore al mondo. Solo nel mio ruolo ci sono campioni come Kanté, Camavinga, Tchaoumeni, Rabiot, Zaire-Emery, Fofana. Non è facile essere convocati. Per me esserci una soddisfazione enorme. Per ogni calciatore giocare per la propria nazionale e il massimo che ci sia, il sogno di un bambino che si realizza.
La partita contro l’Italia in Nations League
È una partita alla quale tenevamo molto, specie dopo la netta sconfitta che avevamo subito in casa. L’Italia è una squadra forte e dalla grande tradizione, non era facile vincere a San Siro con due goal di scarto. Ce l’abbiamo fatta grazie ad un’ottima prestazione. Così abbiamo cancellato anche l’ultime prove che non erano state all’altezza della situazione.
Il duello in campo con Rovella
Si, Nicolò ha fatto un paio di interventi al limite su di me, ma giusto così perché la partita era importantissima. Ci abbiamo scherzato su alla fine, ha tutto per diventare un top player ed essere in tempi brevi il miglior centrocampista italiano, anzi forse lo è già. È una fortuna giocare con lui nella Lazio. Insieme stiamo facendo cose importanti e potremo farne altre ancora più interessanti.
Sulla Lazio di quest’anno
I meriti maggiori vanno a Baroni, non c’è dubbio. Ci ha dato un gioco bello ed efficace, in cui tutti attaccano tutti difendono. Il mister è stato bravo a coinvolgere ogni giocatore della rosa. Ci ha dato entusiasmo, ma anche un‘organizzazione quasi perfetta. Sin dai primi giorni di ritiro, abbiamo capito che si poteva andare lontano. Poi quando sono iniziate le partite ufficiali ci siamo resi conto che era esattamente come pensavamo. Dobbiamo restare con i piedi per terra perché siamo ancora alle battute iniziali e abbiamo avversari fortissimi sia in Serie A che in Europa League. Detto questo, dobbiamo continuare così senza porci limiti. Di obiettivi meglio non parlare, però sono onesto: a me piacerebbe tornare in Champions, quindi dobbiamo cercare di arrivare tra le prime quattro. Non sarà facile perché in Italia ci sono almeno sette o otto squadre che possono ambire a quel traguardo e la classifica è molto corta. Abbiamo dimostrato di poter competere, però.
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