La Repubblica | Mercato Lazio, otto colpi ideali per Sarri e due lacune
Un mercato da sette più. Otto acquisti per Sarri e duplice obiettivo centrato: ringiovanire la rosa più vecchia del campionato scorso e abbassare di oltre il 10% il monte ingaggi. Mentre il tecnico sul campo prepara la sfida con il Napoli di domani sera, nelle stanze di Formello Lotito e Tare tracciano un bilancio sulla campagna acquisti estiva, chiusa con un passivo di 27,3 milioni: 39,5 i milioni spesi senza considerare commissioni e bonus (altrimenti si arriva a 50), 12,2 quelli incassati. Ceduti praticamente tutti gli esuberi tranne Fares (peraltro indisponibile), in ballo c’è ancora il trasferimento di Kiyine al Leuven in Belgio per un paio di milioni. Il risultato è positivo, considerando le difficoltà economiche attuali e la necessità di sostituire perni della rosa persi a parametro zero (Strakosha, Reina, Luiz Felipe e Leiva) anche con alcune responsabilità del club. Certo, qualche lacuna rimane: il terzino sinistro tanto voluto da Sarri non è arrivato, così come il vice Immobile desiderato dai tifosi.
Sarri ha avuto un peso decisivo nell’indirizzare le scelte di mercato verso giocatori giovani e adatti alla sua idea di calcio. Ha fortemente voluto Provedel (2 milioni dallo Spezia), Romagnoli e Casale, pagato 7 milioni dal Verona e ancora con 0 minuti sulle gambe: mercoledì a Genova nella ripresa il tecnico gli ha preferito Gila, il centrale 22enne arrivato per 6 milioni dal Real Madrid. A centrocampo la Lazio ha pescato dallo Shakhtar il 22enne Marcos Antonio, rapido e forte tecnicamente.
Il brasiliano, costato 7,5 milioni, però avrà ancora bisogno di tempo per adattarsi al calcio italiano e alle idee di Sarri: non deve stupire se ha sempre giocato Cataldi, al momento tra i migliori. In attacco è arrivato il giovane Matteo Cancellieri, 20 anni, sempre dall’Hellas Verona e con un passato alla Roma. Sarri lo ha provato tutto il ritiro come vice Immobile, ma è sempre subentrato da esterno destro, il ruolo in cui ha esordito anche in estate con l’Italia di Mancini: preso in prestito con obbligo a 7 milioni, è un’operazione molto convincente.
Perplessità invece per il prezzo di Maximiano, portiere del ‘99 prelevato dal Granada per ben 10 milioni. Ha esordito con quel pasticcio che gli è costato il “rosso” dopo solo 6’. Al momento è bocciato, ma ha dalla sua l’età e avrà altre occasioni, magari in Europa League, per mettersi in mostra. Considerando però i costi di Maximiano e Casale, viene da pensare che si potessero dirottare i soldi spesi per questi due giocatori sul famoso terzino mancino mai arrivato. Numeri alla mano, la Lazio ha comunque portato a termine la duplice missione che Lotito aveva imposto. Rispetto al monte ingaggi dell’anno scorso, sul bilancio ci sarà un taglio di circa 14,6 milioni al lordo: i giocatori ceduti pesavano per quasi 38 milioni, mentre gli acquisti ne costano 23,4. Del mercato con- dotto dalla Lazio, che ha puntato sulla linea verde (l’età media dei nuovi è di 24,6), ne beneficia anche l’età media della squadra: passa da 29,2 anni a 26,3. In tal senso, fondamentale la cessione in extremis di Acerbi, classe ‘88, all’Inter: decisivo il pressing di Inzaghi su Zhang, che aveva bloccato la trattativa. La Repubblica/Riccardo Caponetti e Giulio Cardone