Il Messaggero | Lazio, organigramma in bilico
Resta l’ansia di perdere Luiz Felipe a parametro zero: incontro segreto col manager Castagna, c'è ancora distanza sul rinnovo. Lukaku al Vicenza invece è un bel risparmio sull'ingaggio, ma ora bisognerà trovare una sistemazione a Kamenovic, magari in prestito per sei mesi all'estero. Sarri non lo vuole e non avrebbe senso restare in panchina nemmeno per il baby serbo. Che inciderà comunque per quasi 3 milioni nell'indice di liquidità, ma Lotito ha promesso all'agente Kezman il suo tesseramento. Ecco perché il presidente non può prendersela solo con Tare, ieri mattina in silenzio a bordocampo nell'allenamento di Sarri a Formello. Il presidente aveva promesso carta bianca al tecnico sul mercato, quasi un ruolo alla Sir Alex Ferguson. Tare sinora l’ha seguito e assecondato. Da mesi non è più l'alter ego del patron, è ridimensionato e medita l'addio per conto suo. Ora però è ancora più amareggiato per tutte le critiche che gli stanno piovendo addosso a cui Sarri con l'ultima uscita ha contribuito. Il diesse è in scadenza nel 2023, potrebbe salutare con un anno d'anticipo. Chissà se stavolta Lotito - a differenza dei tempi del corteggiamento del Milan - lo pregherà di restare a Formello. C'è chi lancia la suggestione di un ritorno di Walter Sabatini, dopo i prossimi sei mesi come responsabile dell'area tecnica a Salerno. Tanti tifosi invocano invece Giovanni Sartori in rotta con Gasperini a Bergamo. Ora è tregua, poi può succedere di tutto. Il Messaggero/Alberto Abbate