Il Messaggero | Lazio, total Ciro: segna, regala assist e corre
La metamorfosi di Ciro: da cecchino ad attaccante completo, è questo l'ulteriore scatto. Adesso fallire un gol conta zero perché, se non segna lui, fa comunque segnare la Lazio. Lo ha dimostrato nel derby, Immobile è sempre al posto giusto nel momento giusto. Se le ali Pedro e Felipe lo seguono, inizia lo spettacolo. Mette lo zampino sull'azione del primo gol, finisce con due assist nel tabellino. Sono i primi di questo campionato, ma è impressionante il suo contributo dallo sbarco a Formello. Dei suoi 45 passaggi decisivi in Serie A, 35 sono stati firmati dal 2016 con l'aquila sul petto. In più Ciro corre più di chiunque altro a centrocampo e in attacco: oltre dieci chilometri percorsi da agosto, solo Acerbi e Luiz Felipe ne hanno macinato qualcuno in più partendo da dietro. Numeri non certo sfuggiti a Sarri, che ne ha già fatto il punto di riferimento e l'esempio. Immobile insomma non è più solo il killer da 124 reti in Italia e 156 totali con la maglia biancoceleste -a -3 da Piola, recordman di ogni tempo - ma il cuore e l'anima del nuovo 4-3-3 di Maurizio. Peccato non sia mai diventato principe azzurro (nonostante 15 centri, a -1 da Toni e Vialli, al 18esimo posto), è comunque il re della Lazio. Adesso però Sarri deve decidere se fargli fare il primo pit stop. I biancocelesti hanno bisogno del successo contro la Lokomotiv dopo il primo ko all'esordio, ma Ciro è stanco, non ha mai rifiatato, Muriqi stavolta può so stituirlo.
DOPPIA FESTA LUIS - Resta il dubbio di Sarri proprio perché l'importanza di Immobile va ben oltre il gol. A 31 anni è total Ciro, leader del gruppo. Merito suo se la Lazio prima della stracittadina ha conquistato due punti in rimonta fra Cagliari e Torino. Non aveva nascosto l'amaro in bocca dopo l'ultimo pareggio. Le sue parole hanno trasformato la paura dei compagni in veleno. E hanno persino convinto Sarri a fare un passo indietro: alla vigilia del derby, liberare la squadra dall'ansia di rispondere a tutti i costi al suo credo. Immobile lo ha difeso, sostenuto e il tecnico lo ha ripagato facendolo rilanciare in profondità, nello spazio in cui si sente più a suo agio. Così è rinato pure Luis Alberto (vedi sventagliata sul terzo gol), che ieri ha compiuto 29 anni e lunedì sera ha festeggiato con la squadra anche il derby vinto. Tutti a cena fuori in un ristorante argentino vicino al Pantheon. Vamos.
CAPOCANNONIERE - Un modulo non imprigiona mai il talento. Immobile lo ha sempre saputo, dipende dal tecnico. Il suo amore per Sarri è scoppiato a distanza in un racconto. In stanza a Coverciano l'amico Insigne lo aveva convinto di quanto con lui sarebbe ancora cresciuto. Così dal ritiro della Nazionale era stato proprio Ciro a chiamare a giugno Lotito per persuaderlo a prendere Maurizio ad ogni costo. Immobile non si preoccupa del 4-3-3, ora sfrutta il suo calcio. Sei reti nelle prime sei giornate, a secco solo col Milan a San Siro. Nessun altro in serie A ha calciato 24 volte in porta, centrando 13 volte lo specchio. È più preciso, maturo e ancora più generoso. L'anno scorso aveva mostrato all'ex Borussia Dortmund quanto fosse cresciuto dopo aver calzato la Scarpa d'Oro. Di mezzo l'Europeo vinto, anche a livello internazionale ormai Immobile è consacrato. Sarri lo ritiene imprescindibile, il suo nuovo fenomeno. Domani rinunciare ai suoi 16 gol nelle competizioni Uefa con la Lazio (secondo a -4 da Simone Inzaghi) non sarà mica uno scherzo. Il Messaggero\Alberto Abbate