I 39 minuti di gara di Luis Alberto contro l'Inter sarebbero potuti andare molto meglio. Il Mago non è nel suo momento migliore in stagione, ma a prescindere da ciò Sarri lo ha lasciato in panchina nuovamente contro i nerazzurri: il tecnico aveva spiegato che sarebbe un caso, ma se è la quarta volta su cinque che contro l'Inter parte dalla panchina forse un motivo di fondo c'è. La motivazione è da ritrovarsi nelle caratteristiche del centrocampo nerazzurro e a un rendimento col freno a mano rispetto all'avvio di stagione.

Per i primi tre mesi Luis Alberto è stato ovunque. Re incontrastato della fase offensiva (3 gol e 2 assist) ma anche tra i migliori per chilometri percorsi e riconquista del pallone. L'esempio lampante è stata la gara di Reggio Emilia contro il Sassuolo: lo spagnolo ha strappato a Tressoldi il pallone del vantaggio di  Felipe Anderson per poi chiudere i conti con il tocco del 2-0, senza contare altre due occasioni nitide nate dai suoi piedi. Quello è stato il suo ultimo gol, ormai tre mesi fa. Da lì ha giocato 12 partite, ma di gol neanche l'ombra e l'unico assist è stato il 14 gennaio contro il Lecce.

E' anche vero che a rallentare il suo ritmo di gioco sono stati i dolori legati alla solita pubalgia. Per circa un mese e mezzo Luis ha dovuto conviverci, infatti il calvario è iniziato prima dello stop di Empoli. Adesso però il peggio è alle spalle e il Mago deve farso perdonare l'ultima prestazione. Per farlo ora ha davanti il Napoli, un avversario che riporta subito alla mentre la partita di andata, vinta con un suo gol di tacco e il velo decisivo per il 2-1 di Kamada. Ma c'è anche un altro precedente: il 20 dicembre 2020, ultima vittoria della Lazio in casa contro i campani, ci fu proprio un suo guizzo a blindare il risultato.

Il Messaggero

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