Il Messaggero | Pressing alto e coperture senza palla: i segreti della migliore difesa d’Italia
La diga più alta d’Italia, la seconda d’Europa dietro soltanto alla corazzata Barcellona. I numeri della retroguardia della Lazio ora fanno davvero paura, persino Sarri si impressiona: «Tutta la squadra ha molta più partecipazione e consapevolezza. Non è che possiamo pensare di non prendere mai gol, ma la sensazione che siamo belli tosti è certa». Anche il Napoli capolista s’infila dietro la lavagna, dopo il 4-0 incassato dal Milan nell’ultima giornata: con 19 gol subiti contro i 20 partenopei, i biancocelesti salgono in vetta alla Serie A. Nei top 5 campionati europei sono secondi solo Barcellona, che ne ha subiti 9, ma non può vantare i 10 clean sheet in trasferta, dopo la vittoria capitolina a Monza. In poco più di mezza stagione, Provedel entra nella storia con la sua sesta porta immacolata di fila, la 17esima (come Cei), a una sola dal record del club nel massimo campionato (18), ottenuto in compartecipazione nel 2006-07 da Peruzzi, Berni e Ballotta. A quota 21 Ivan agguanterebbe sia il primato storico della Lazio (superando Martina nell’87/88 in B a 20), sia quello generale della Serie A. L’ex portiere dello Spezia, al posto di Reina e Strakosha, è però solo uno dei segreti di questa rinascita difensiva.
LA FILOSOFIA - L’anno scorso la Lazio chiuse con 58 gol incassati, era un colabrodo. Sarri s’infuriava perché Acerbi rinculava e non sposava il suo credo. Anche Luiz Felipe faticava nel nuovo assetto a quattro. Patric era l’unico a capirlo. Con Romagnoli e Casale si è fatto un salto. La filosofia è sempre la stessa, Maurizio la urla in ogni allenamento da Auronzo: «Pressiamo e difendiamo in avanti, non indietro». Il baricentro era a centrocampo anche domenica al Brianteo, ma ora tutta la squadra riesce a rimanere più corta, organizzata e dedita a uno spartito in cui tutti devono fare il loro. Il segreto predicato in ogni seduta tattica sono i movimenti in base alla palla scoperta o coperta, non si prescinde da nessun compito assegnato. Nel 2023 Sarri ha poi ritrovato ulteriore copertura dal fedelissimo Hysaj, considerato «il migliore da due mesi e mezzo». Talvolta ne sta facendo le spese Lazzari, ma nessuno (vedi domenica con Marusic squalificato) deve considerarsi escluso. Basti vedere Cataldi, messo da parte - perché acciaccato - a favore dei muscoli di Vecino e rientrato coprire tutte le linee di passaggio. Davanti alla diga c’è sempre un altro muro. Il Messaggero/Alberto Abbate