Fabiani, ex ds della Salernitana: "Con Lotito non abbiamo mai parlato di Lazio. Come ds preferisco puntare su giocatori non ancora arrivati" E sui tifosi della Lazio...
Angelo Fabiani, ex ds della Salernitana accostato da diverso tempo alla Lazio, è intervenuto questa mattina a Radiosei per parlare proprio dell'interesse biancoceleste. Ecco le sue parole: "La Lazio ha ottimi professionisti in dirigenza, Tare, Calveri, Bianchessi. Non vedo come un’altra figura possa inserirsi in questo contesto. Al di là dei rapporti che ho con Claudio, non abbiamo mai parlato della Lazio, ma se ha pensato a me mi fa piacere. Posso garantire però che non ci siamo mai messi seduti, non abbiamo mai fatto riferimento a un inserimento nel mondo biancoceleste. Essere accostati a un club così importante fa sicuramente piacere, ma oltre non andrei."
Ingresso nella Primavera?
Avrei un profilo ben delineato: spesso ho preso società sull’orlo del fallimento e in crisi di risultati e le ho riportate in alto. Lasciai il Messina con cui ero arrivato settimo in A per andare al Genoa di Preziosi in C con cui vinsi il campionato. Nel calcio ho fatto anche il giardiniere, potrei anche andare a Formello a tagliare le siepi. Formello è un centro sportivo straordinario, difficile da trovare in giro.
I tifosi della Lazio
La Lazio ha fatto passo avanti da gigante e il popolo laziale se lo merita. Il tifoso della Lazio, come poche tifoserie al mondo, non è fanatico della propria squadra, ma è malato terminale, è una cosa viscerale. Quando la Lazio andava male, il popolo laziale stava allo stadio. In tante altre società se non fai risultato non c’è nessuno sugli spalti. La mia compagna è laziale ma io le dico sempre che è malata e che si deve far vedere da un medico (ride, ndr).
Sarri
Sarri insegna calcio, lo conosco dai tempi della Nocerina. Ha stravolto il 3-5-2 di Inzaghi conseguendo un quinto posto straordinario. Se si ripartirà con lui si potrà solo che migliorare. Questo è l’augurio che faccio alla Lazio.
Il lavoro di direttore sportivo
Fare mercato è diventato veramente difficile. A difesa della mia categoria dico che ogni volta prendo un giocatore mi faccio il segno della croce. Se investi e lui non ripaga sul campo è una bella responsabilità, se rende sei felice e non puoi neanche esternare troppo la tua felicità. Ho anche sbagliato tantissimi acquisti. Oggi per valorizzare la società devi avere intuito, come dimostrano i casi Immobile, scartato anni fa dalla Juve, e Milinkovic. Io preferisco sempre puntare sui giocatori affamati, che ancora devono arrivare. L’importante è capire cosa vuole la società e muoversi in tal senso. Il calcio in questi anni è cambiato: ormai c’è la società del procuratore, la società intorno al giocatore e la società calcistica. Mettere d’accordo tutte queste parti non è facile. Prima il procuratore era una figura marginale, ora se l’agente si mette di traverso la trattativa può saltare. Bisogna visionare i giocatori dal vivo, sul campo, ovviamente è importante avere contatti e amici in vari paesi, appoggiarsi a loro, ma poi i giocatori vanno visti dal vivo