I gol partita sono ormai oasi nel deserto e sembra assurdo se si pensa a un anno fa, quando il 4-3-3 di Sarri faceva uscire le squadre avversarie col mal di testa. Eppure il rigore siglato da Immobile può essere considerato un miraggio, essendo stato il primo tiro nello specchio dopo cinque tempi di gioco in cui portiere avversari non hanno visto un pallone. Le cinque vittorie di fila tra Empoli e il Lecce sembravano aver ridato speranza per la forza Champions, ma dalla Supercoppa sono tornati tutti i dubbi. Dove è finita la Lazio arrivata seconda in serie A? Esattamente un anno fa, a Verona, Ngonge smorzava i sogni di vittoria ma non di gloria, visto che la partita successiva si sarebbe perso all’Olimpico contro l’Atalanta, ma da quel momento in poi ci fu una reazione prepotente valsa sette vittorie e un pareggio nelle successive otto gare.

In quel caso c’era la sensazione che il meglio dovesse ancora venire, stavolta il cambio di marcia appare molto lontano. Mancano 12 goal per pareggiare la quota dell’anno scorso dopo dopo 22 giornate. Altro che la difesa, come si pensava a inizio stagione: è l’attacco che sta condannando la squadra di Sarri. Nemmeno quando era sulla panchina dell’Empoli la sua squadra segnava così poco, ma almeno nel finale di partita di domenica si è visto qualche lampo del vero Immobile. Ciro si è guadagnato il rigore segnato e poi di testa ha sfiorato il 3-2 che avrebbe potuto pareggiare gli scontri diretti.

A Cagliari la Lazio ripartirà proprio da lui, motivata riprendersi la squadra sulle spalle e a segnare il 200º goal in Serie A. l’ideale sarebbe metterlo a segno su assist di Zaccagni, ma bisognerà ancora aspettare: l’esterno si è curato a Cesena e questa settimana tornerà a Formello, ma è difficile che sarà in Sardegna questo fine settimana.

Il Messaggero
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