CdS | Igor Tudor vola, Massimiano Allegri a terra
La prima Lazio di Tudor gioca, corre, pressa e trova il gol allo scadere
Ecco l’alba di un nuovo inizio per la Lazio con Tudor: poco importa abbia vinto al tramonto della partita. Cross di Guendouzi e colpo di testa di Marusic, stacco in anticipo su Sekulov, l’ultimo cambio di Allegri. Palla in rete, l’Olimpico in festa, mancavano 11 secondi allo scadere dei tre minuti di recupero.
Molta più Lazio
La Signora non meritava di portare a casa il pareggio. Quinta sconfitta, appena 7 punti nelle ultime 9 giornate, è scattato l’allarme. Il margine Champions si riduce, i bianconeri dovranno svegliarsi e riprendere a correre. Da Mau a Igor, che cambiamento. Più del risultato, ha impressionatola trasformazione di ruoli, di principi tattici, di spirito. Scossa vera, ma Tudor è andato oltre le previsioni: ha vinto sorprendendo con la formazione La Lazio è apparsa di nuovo ricca, con una panchina profonda. Allegri ha finito con l’esordiente macedone e con Yildiz centravanti. Non aveva Vlahovic, Milik, Kostic e Alex Sandro. De Sciglio rientrava dopo un anno. Chi processerà Max, ne tenga conto. Una Juve così povera e
modesta non si vedeva da anni.
Il nuovo calcio di Tudor
La differenza è stata subito evidente. Il calcio di Tudor ha abbagliato l’Olimpico e riempito la scena per l’intero primo tempo. Una rivoluzione vera. Moduro ibrido, poco riconoscibile: 3-4-2-1 in costruzione, 4-4-2 in fase difensiva. Difesa “tre e mez- zo” per semplificare. Tre centrali con Gila a scalare per dare coper- tura a Zaccagni, un solo terzino di ruolo (Marusic) a destra, Cataldi e Kamada a dettare i tempi di gioco, Felipe e Pedro in appoggio al Taty. Lo spagnolo, quando tocca- va alla Juve costruire, restava davanti. Il brasiliano, invece, ripren- deva la posizione classica davanti a Marusic.
Alla Lazio, sviluppando quel gioco, è mancato solo il gol.
Il Corriere dello Sport