Nuova scritta contro Vincenzo Paparelli. Il figlio Gabriele: "Non ho più parole"
Nella notte è stato nuovamente oltraggiato il ricordo di Vincenzo Paparelli, tifoso della Lazio ucciso durante un derby con la Roma il 28 ottobre 1979. Questa volta il riferimento della scritta comparsa è alla finale di Europa League persa contro il Siviglia ai calci di rigore: “31/5, se tirava Tzigano era centro assicurato“.
Tzigano è il soprannome di Giovanni Fiorillo, il sostenitore giallorosso che dalla Curva Sud innescò il razzo nautico poi planato sul volto inerme di Paparelli.
In esclusiva a Notizie.com, il figlio di Vincenzo, Gabriele Paparelli ha dichiarato sull'accaduto: “L’ho vista purtroppo, stiamo cercando di intercettarla per rimuoverla. Si sono mosse un po’ di persone per capire dove sia. Non ho più parole, sono due giorni che mi sta arrivando di tutto sui social, addirittura la bara di mio padre. Cose che non riesco a capire come si possano solo pensare. Avrò ricevuto una quindicina di messaggi e insulti vari sui social, in più è uscita questa scritta stamattina, è la ciliegina sulla torta.
All’interno dello stadio è una cosa molto utile, ma ringraziando Dio queste cose almeno non si vedono più da noi ed è un grande passo avanti. Purtroppo adesso ci sono i social e in ogni caso vedo improbabile individuare gli autori delle scritte sui muri. Fatto sta che da 48 anni mio padre non riesce a riposare in pace. Stamattina ho pubblicato un post dedicato ad Antonio De Falchi e ho scritto ‘almeno tu riesci a riposare in pace, al contrario di mio padre’. Ci sono delle forme di rispetto che non andrebbero mai oltrepassate. Parliamo di un ragazzo di 33 anni morto allo stadio. Credo che ci siano tanti argomenti per prendersi in giro. A Roma è bello lo sfottò, ci campiamo con questo. Però insultare un morto non è più sfottò, è qualcosa che va oltre l’essere normali.