Il Messaggero | Lazio, Castellanos subito guai: manca il visto
Chi l’ha visto? Castellanos, al momento l’unico nuovo acquisto della Lazio, non ha il visto. E rischia di presentarsi direttamente il 29 luglio a Formello. Anzi, il 31 pomeriggio, perché dopo Auronzo Sarri concederà al gruppo due giorni e mezzo di riposo. La società ieri sera è riuscita ad accelerare le pratiche ed fiduciosa che il permesso di soggiorno possa arrivare in anticipo ovvero che l’attaccante di Mendoza possa sbarcare sulle Dolomiti in questo week-end, lunedì al massimo, ma dall’entourage non filtra affatto ottimismo. Sarebbe un problema serio se il Taty dovesse saltare tutta la prima parte di preparazione sotto le Tre Cime di Lavaredo: Sarri sinora lo ha studiato solo nei video recapitati dalla talent room, vuole conoscerlo e giudicarlo dal vivo, teme già i tempi dell’adattamento. Per carità, le sue caratteristiche tecniche si sposano con il suo gioco: forte di testa, veloce, tecnico, in grado di svariare su tutto il fronte offensivo. Maurizio però avrebbe forse preferito Sanabria perché già pronto per il campionato italiano. Una volta sfumato venerdì l’assalto col Torino, Lotito ha deciso: «L’ho pagato 20 milioni (compresi 5 di bonus, ndr) e ho preso uno più forte, un fenomeno vero. L’allenatore sceglie le caratteristiche, io faccio il resto». Dietro le ultime parole del patron, c’è una precisa strategia di deresponsabilizzazione del tecnico concordata con gli uomini di mercato. Sarri (raggiunto ieri a pranzo in albergo da Renzo Ulivieri, presidente dell’assoallenatori) aveva chiesto nomi di grido, i principali obiettivi del suo elenco, per scongiurare gli imprevisti dello scorso anno, come la mancata esplosione di Cancellieri (arriverà domani in ritiro) e Marcos Antonio. La società ha deciso di assumersi i rischi su questo 24enne in rampa di lancio.
LA GIORNATA - Era già da quattro giorni nella capitale, Castellanos, rinchiuso in un hotel di Ponte Milvio. Ieri mattina alle 8 finalmente in Paideia per le visite mediche di rito con un’entrata da divo: vestito di nero, pochette, occhiali e collana di perle scintillante sul collo. Un solo manager ad accompagnarlo, ma addirittura tre (uno solo per i diritti di immagini) ad assisterlo. Altri test fisici all’Isokinetic, prima del- la firma sul quinquennale a 1,8 milioni a stagione e il ritorno in Spagna per il timbro sul passaporto. Nella migliore delle ipotesi l’attaccante di Mendoza spera di averlo entro giovedì a Madrid e di non dover tornare in patria per ottenerlo. Nel frattempo ha deciso di allenarsi insieme a un preparatore personale a Girona (dove ha segnato 14 gol in prestito) per farsi trovare pronto per la Lazio. Ha già scelto il numero 19 (come Benzema con la Francia, essendo il 9 occupato da Pedro), mica però una maglia qualunque a Formello. Quella dell’eroe Lulic, chissà se qualcuno gli ha raccontato del 26 maggio. Chissà che venerdì notte a Villa San Sebastiano non si stato Lotito a consigliarlo, dopo essere rimasto folgorato dalla sua garra, le ali sul collo, ma soprattutto da quell’aquila tatuata sullo stinco insieme a un sole argentino. La Lazio lo ha strappato in extremis dalle grinfie del Benfica grazie all’accordo con il City Football Group. Guardiola aveva pensato di fargli fare addirittura il salto a Manchester da New York. L’ex tecnico del Torque, Pablo Marini, rassicura Sarri sul futuro: «Somiglia un po’ a Immobile e un po’ a Lautaro Martinez, poi lui stesso ha detto di prendere spunto da Luis Suarez. Credo avrà un impatto positivo nel 4-3-3 della Lazio e si ambienterà subito». Beato intanto chi l’ha visto. Il Messaggero/Alberto Abbate