GdS| Squadra leggendaria tradita dal destino. Quanti lutti improvvisi
Se ne è andato anche Vincenzino, che di quella squadra vincente, ma anche maledetta, era il ragazzino. Tutti lo chiamavano così per un senso di protezione e di affetto. Non ce l'ha fatta, dopo una battaglia con un grande male. Ma è solo l'ultimo dei lutti improvvisi che ha colpito quella squadra. Una maledizione che si manifesta subito: pochi mesi dopo la vittoria del primo scudetto l'allenatore di quella squadra, Tommaso Maestrelli, viene colto da un male per cui è costretto a lasciare momentaneamente la panchina biancoceleste. Tornerà la stagione successiva, ma solo per una manciata di tempo: nel dicembre del 1976 è, infatti, costretto ad arrendersi. Solo un mese e mezzo dopo la seconda tragedia: il centrocampista Luciano Re Cecconi muore dopo essere stato colpito da un proiettile in una gioielleria al Fleming. Uno scherzo finito male, si dirà. Ma sulla dinamica restano diversi dubbi.
Da metà degli anni '80 il destino si porta via altri pezzi di quella squadra: prima Renato Ziaco, medico di quella Lazio e primo a curare Tommaso Maestrelli. Nel giro di poco tempo vengono a mancare anche il padre spirituale di quella squadra, Antonio Lisandrini, e il dirigente accompagnatore Gigi Bezzi. Nel 1987 un infarto colpisce il presidente Umberto Lenzini a 74 anni. Tre anni dopo la terribile notizie della morte di Frustalupi che porta nello sconforto tutti i laziali.
In epoca più recente ci hanno lasciato Giorgio Chinaglia nel 2012 e, dieci anni dopo, il capitano di quella squadra Pino Wilson: una morte improvvisa. Qualche anno prima, nel 2018, ci avevano lasciati a Mario Facco e Felice Pulici rispettivamente a 72 e 73 anni.
La Gazzetta dello Sport