Il Messaggero | Lazio, Felipe alla ricerca della rete perduta
La doppia missione è riempire lo stomaco e passare il turno. Serviranno due reti di scarto stasera all’AFAS Stadion per ribaltare l’1-2 dell’Olimpico e accedere ai quarti di Conference League il mese prossimo. Peccato che la Lazio li abbia trovati appena una volta negli otto centri totali delle ultime 11 gare, fra coppa e campionato: doppietta di Immobile all’Arechi di Salerno. Ciro non ci sarà stasera in Olanda, senza il capitano (8 assenze) i biancocelesti in una trasferta europea non hanno mai vinto. E l’unico sostituto adattato in rosa è a secco dal 24 gennaio. Quanta pressione sul “falso nove” Felipe Anderson: «Mi manca il gol, mi fa male non essere riuscito ad aiutare la squadra, farò di tutto per sbloccarmi subito. Nessuno di noi vuole che la nostra Conference finisca qui, vogliamo ribaltare il risultato dell’andata e riscrivere la nostra storia europea, invertire un destino spesso negativo». Lo sguardo del brasiliano è infuocato, nitido sull’obiettivo, ma sotto porta non riesce mai ad essere così cattivo: «Sto imparando i movimenti, mi capitano diverse opportunità fra i piedi, e questo è positivo. Devo solo essere più sereno e tirare di più, insieme a Zaccagni, Pedro, Milinkovic e Luis Alberto. Tutti dobbiamo tornare a segnare di più. Non conta chi fa gol, ma il risultato». Nella prima parte di stagione Felipe aveva collezionato 8 centri, era stato l’unico a riuscirci in ogni competizione, ma forse ora è troppo spremuto. Non riesce ad essere più così lucido per riuscire a raggiungere quegli 11 gol, record assoluto in carriera nella stagione 2014/15 con la Lazio.
IL VICE - Oggi centrerà la sua 86esima presenza di fila dal suo secondo sbarco alla Lazio, nessuno ha giocato di più nei 5 campionati top: «Negli ultimi anni mi sento bene fisicamente e mentalmente. Il riposo è importante, ma io voglio dare tutto. Tornare qui mi ha dato una seconda giovinezza e ora non penso più al futuro». Il riferimento è al contratto in scadenza nel 2024, non al nuovo ruolo: «Sì, mi piace, mi sto abituando e posso diventare un centravanti vero. Anche se adesso non vedo l’ora che Immobile rientri al più presto». Purtroppo non così presto: domenica Ciro andrà solo in panchina come all’andata, sarà il motivatore-non giocatore della Lazio. Il bomber sperava in un recupero lampo dopo l’infortunio al Maradona dello scorso 3 marzo, ma ieri dalla risonanza è arrivato il responso definitivo: il flessore sinistro sta sì guarendo, ma rientrare in campo nel derby, anche solo per qualche minuto, sarebbe un rischio troppo grosso. Ciro è reduce da quattro ricadute, non transige lo staff medico. Sarri non vorrebbe mai rinunciarci, ma stavolta è d’accordo. È più importante averlo al meglio nel rush finale per la Champions. Adesso deve tornare il vero Felipe Anderson. Nel derby è un amuleto, ha segnato in due degli ultimi tre scontri diretti, quest’anno sostituendo proprio il capitano: «Ma ora non voglio pensarci, dobbiamo provare a qualificarci sino all’ultimo. Non è una missione impossibile. Abbiamo vinto con squadre più forti segnando due gol». Uno firmato Felipe stasera gli permetterebbe di arrivare a quota 50 con la Lazio: staccherebbe Salas, isolandosi al 19° posto al time subito dietro i 51 centri di Nedved e D’Amico. Il Messaggero/Alberto Abbate