Il Messaggero | Lazio, su la testa
Il colpevole? Non è più a Formello, andatelo a cercare a Milano. Lotito e Sarri sono sempre più d'accordo. È Inzaghi che aveva creato una comfort zone: con l'ex allenatore c'era chi aveva sempre e comunque il posto assicurato. Il risultato: qualcuno si è adagiato e da un bel po' la Lazio fa grandi partite e poi im provvisamente tira il freno. La crisi, insomma, non è iniziata ieri, Sarri lo dimostra con dati alla mano: «È una storia che si ripete da un anno e mezzo. Con le big la squadra gioca con indice di efficienza tecnica di 93, un livello Champions, e poi contro formazioni di seconda fascia scende a 87, un ritmo da bassa Serie B. C'è insomma l'abitudine a non tenere la concentrazione per tempo prolungato ed è un problema. Per risolverlo però bisogna prenderne coscienza e spero che stavolta i miei ragazzi lo abbiano fatto. L'obiettivo dev'essere dare sempre il 100%, ma tutti devono volerlo e sentirlo. È normale l'assuefazione e il calo motivazione in un gruppo che sta insieme da tanto, ma gli stimoli totali possono riemergere solo con un percorso mentale obbligato. Il momento è delicato, va fatto uno switch subito».
RITIRO PROLUNGATO - La nottata deve passare, insomma. Sarri sembra dormire tranquillo in questo ritiro, iniziato domenica alle 21 dopo la brutta debacle di Verona. Le opzioni sono tre: o è convinto davvero di riuscire a entrare nella testa della Lazio, o ha ricevuto per gennaio precise garanzie di una semi-rivoluzione tecnica oppure è rassegnato. Forse non ha ancora il responso: «Io continuo a vedere grande disponibilità, ma serve più umiltà. Le risposte devono darle i giocatori contro la Fiorentina, una squadra forte. Noi sappiamo la gara che dobbiamo fare». Lotito è dalla parte dell'allenatore, ma la clausura potrebbe proseguire a oltranza, se non arriverà una scossa definitiva. Non solo in campionato stasera alle 20.45 contro la formazione viola (out Nico Gonzalez, positivo al Covid) di Italiano, sedotto e abbandonato proprio dal patron per abbracciare Sarri a giugno. Gli esami proseguiranno anche sabato con l'Atalanta e poi giovedì prossimo in Europa League contro il Marsiglia: le trasferte e le tre partite ravvicinate sono il tasto dolente, ma Lotito non vuole proprio rinunciare ai soldi della qualificazione in Coppa.
CASO LUIS ALBERTO - La rosa è corta e ci sono giocatori che non sembrano funzionali al progetto. Ma serve denaro fresco per regalare i rinforzi chiesti da Sarri-almeno un centrale e una mezzala - per gennaio, anche se il mister non affronta il discorso mercato: «Quello che dico ai media in pubblico non corrisponde a ciò che dico dentro Formello». Nello spogliatoio e con Tare è stato molto chiaro. Può andar via, Luis Alberto, ha tradito la sua fiducia fuori e dentro al campo: «Ha fatto otto gare da titolare, ha giocato. Tornerà dall'inizio quando potremo permettercelo», Quando lui si sacrificherà e la Lazio potrà ritrovare equilibrio: «Perché corriamo a vuoto. lo ho reso la vita più difficile ai centrocampisti col nuovo modulo, ma qui nella capitale si fanno diventare tutti fenomeni e invece diventeranno grandi solo col lavoro». Insomma, Sarri sembra avere le idee chiare sul futuro. E la Lazio a doversi adattare al suo credo. Lui non ha nessuna intenzione di tornare indietro, e ha il pieno appoggio di Lotito. Il ciclo va ricreato col pugno fermo: «In questo momento non facciamo bene gli schemi nuovi e abbiamo perso il buono del vecchio».Dell'era Inzaghi, mancano l'unione e l'entusiasmo. Anche fuori da Formello: 110mila biglietti venduti non sono proprio un dato esaltante, nonostante i tamponi gratuiti messi a disposizione da Lotito per entrare all'Olimpico. La campagna abbonamenti potrebbe finalmente scattare durante la sosta, prima di Lazio-Juve, e magari trovare un rilancio del pubblico. Il Messaggero/Alberto Abbate