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Herman Cresco, classe 1975, è un ex attaccante della Lazio, squadra in cui giocò dal 2000 al 2002, dopo essere stato per 4 anni al Parma.

Durante la sua carriera a Roma, l'attaccante argentino esordì con la vittoria della Supercoppa italiana e arrivò primo nella classifica marcatori, stagione 2000-2001.

Herman Crespo
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Le dichiarazioni di Crespo a Radiosei

Ieri, Crespo ha rilasciato un'intervista per Radiosei, in cui - tra le diverse domande ricevute - l'ex giocatore è tornato a parlare della sconfitta subita dalla Lazio lunedì sera, costata l'accesso alle semifinali di Europa League.

Ecco le sue parole, come riportato da TuttomercatoWeb:

Vincere non è mai semplice, è importante essere riusciti ad arrivare ai quarti di finale, ma non è mai sufficiente. Il pensiero è che il Bodo fosse alla portata, ma la Lazio ha dato il massimo ed è uscita ai rigori. Il dolore che ne è derivato deve essere la base per ripartire e continuare a costruire. Se esci con l’amaro in bocca vuol dire che potevi fare parte delle prime quattro. Non è poco, è una buona base per costruire il futuro.

I ricordi degli anni trascorsi a giocare per la Lazio

Approdare alla Lazio è stato tornare in una metropoli. Mi ha ricordato quanto vissuto nel River. Era una grande Lazio e campione d’Italia in carica. Abbiamo pagato un po’ la mancanza di fame dopo quel successo. Poi è stato più complicato, era iniziato un momento di decadenza, è stato quasi il tramonto dell’era Cragnotti. Ricordo il 4-0 contro la Juventus, la vittoria in Supercoppa Italia 4-3 contro l’Inter. Momenti bellissimi, anche solo le partitelle che facevamo in allenamento. Era complicato segnare anche lì, affrontare Mihajlovic, Nesta, Stam, Couto. Era più difficile segnare in partitella che in partita (ride, ndr). Questo rende l’idea di cosa fosse quella Lazio ed il calcio italiano. Giocare con Nedved, Veron, Simeone, Nesta, era una Lazio grandiosa. Nei derby affrontavamo Emerson, Samuel, Candela, Batistuta. Era tanta roba quel calcio italiano delle sette sorelle.

 

 

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