ESCLUSIVA | Geografia del tifo nella Capitale, il prof. Filippo Celata della Sapienza: "Sorpresi per alcuni risultati. Diverse richieste, si potrebbe fare anche su Milano e Torino"
Questa mattina è stata pubblicata una mappa molto particolare: la città di Roma con la concentrazione di tifosi laziali e romanisti nelle varie zone. Una sorta di ricerca affidata ai big data portata avanti da due professori della Sapienza: Filippo Celata, professore di Geografia economica alla facoltà di Economia della Sapienza, e Gabriele Pinto, dottorando al dipartimento di Scienze sociali ed economiche. Il primo ha risposto, in esclusiva ai microfoni di Laziopress.it, ad alcune domande e curiosità circa questa ricerca. "Da tempo volevo fare un lavoro simile, con il mio collega abbiamo trovato la situazione ideale con cui poter dare una risposta a molte curiosità".
Una mappa virale
"In poche ore questa mappa è diventata virale, non solo con le diverse testate che l'hanno ripresa, ma anche per alcuni audio e clip che mi sono arrivati da tutta Roma anche tramite interventi nelle radio. Una persona di Ostia ha detto che era impossibile, lì ci sono solo romanisti. Ma io non posso farci nulla, la ricerca dice questo" ha detto in merito alla rilevanza che questa ricerca ha avuto quest'oggi a Roma.
Sul rischio di essere influenzati da dicerie e leggende
Molti dei messaggi che sono arrivati al prof. Celata riguardavano il fatto che, ovviamente, la capitale è colma di leggende in merito ai quartieri di una fede piuttosto che di un'altra. Tuttavia quello che poteva essere un rischio di "influenza" è stato sventato: "Ci siamo basati esclusivamente sui Big Data, un lavoro che ha chiamato in causa principalmente Facebook con dei risultati raccolti tramite la API (Application Programming Interface) dalla piattaforma di advertising di Facebook". In poche parole si è preso in esame quelle che sono le preferenze degli utenti e non le interazioni (like, commenti etc). Una modalità, dunque, che non ha lasciato spazio a racconti, leggende, dicerie o voci dal passato ma esclusivamente al presente, ai tempi recenti e alle preferenze di quelli che sono gli utenti di una delle piattaforme social più utilizzate.
Un lavoro sul passato
Tuttavia, essendo un lavoro che chiama in causa i Big Data non vi è la possibilità di poter svelare qualcosa del passato: "L'asset recente che ci pone questo tipo di ricerca impedisce, ovviamente, di poter fare dei confronti con il passato o di creare dei percorsi evolutivi. Si potrebbe tuttavia fare anche su altre città, come Milano e Torino, per cercare di dare una risposta ad alcune curiosità. Qualche lavoro è stato già proposto, ora si vedrà". Finora vi era infatti solamente un lavoro fatto su scala nazionale che poteva dare delle risposte ma non in modo dettagliato. Si sapevano, dunque, in linea di massima alcune linee guida ma nulla di concreto che potesse far "partire prevenuti", tanto che il professore specifica: "Sono romanista, ma l'altro che ha lavorato con me è laziale, quindi partivamo da una situazione di totale neutralità!".
Tra conferme e sorprese
Si tratta di un metodo innovativo che, tuttavia, confrontato proprio a quella che è la credenza popolare ha portato sia a delle conferme ma anche ad alcune sorprese: "Personalmente sono rimasto sorpreso di alcune particolarità che la nostra ricerca ha messo in evidenza. In particolare è stata confermata la diceria che i romanisti si trovano prevalentemente nei quartieri che formano il centro della capitale, e in parte è stato anche confermata la differenza tra nord biancoceleste e sud giallorosso. Ma scorgendo nel dettaglio, vediamo che i laziali non prevalgono sui romanisti in nessuna zona, cosa che non ci aspettavamo. Inoltre la presenza di romanisti in quelle che sono le aree della vecchia periferia è ampia, ma non totale. Quindi delle sorprese ci sono state" ha concluso il professore.