L'assenza di Milinkovic-Savic all'interno della squadra è stata evidente a tutti fin da subito. La sua partenza non ha tolto solo alternative di gioco e gol pesanti, ma sopratutto un leader indiscusso all'interno dello spogliatoio. Senza la sua fisicità arricchita dalla tecnica, il centrocampo biancoceleste risulta indebolito, reparto che fino all'anno scorso poteva essere considerato uno dei migliori della Seri A. La Lazio e il suo popolo non sembrano essere gli unici ad accusare e soffrire per il distacco. Lo stesso Milinkovic-Savic prima della partita con l'Inter allo stadio Al-Awwal Park, match che l'ha visto come spettatore e tifoso speciale, si è lasciato sfuggire dichiarazioni d'amore confermando la sua nostalgia: "certo che mi manca, sono stato otto anni lì".

Certamente il richiamo economico ha avuto un ruolo rilevante nella sua scelta, 20 milioni annui nel calcio sono complessi da rifiutare ed è comprensibile. Eppure certe volte davanti ai sentimenti e all'amore tutto sembra perdere di significato, rivedere i suoi amici di squadra l'ha fatto sentire nuovamente nel posto giusto, arrivando a confidare a qualcuno dei suoi ex compagni la sua nostalgia esprimendo un desiderio:"Mi mancate tanto. Vorrei tornare alla Lazio". Non stupisce che un uomo come lui, alimentato da forti emozioni, non si riuscito ad ambientarsi del tutto in un ambiente freddo e apparentemente senza una cultura calcistica. Ripensando al rapporto viscerale che si era instaurato tra lui e la tifoseria, immagino i suoi pensieri nel vedere quella disfatta in semifinale, il sentirsi impotente, il non poter soccorrere quei compagni che ha sempre chiamato famiglia.

Si sa, tutte le strade portano a Roma, l'amore e il rispetto della tifoseria non si sono mai affievoliti in questo breve tempo che sembra un'eternità. Il richiamo della capitale c'è e ci sarà sempre per chi ha dato tutto per la maglia e difeso quei colori. Chissà che non possa fare un passo indietro e tornare a quei momenti lì, dove tutto è iniziato, a casa.

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