Il Messaggero | Il ritiro finisce appena dopo una notte. Ciro: "Il mister via? Io non ho colpe"
Mai durato così poco un ritiro "punitivo". Dalle 15 del giorno prima fino a ieri a mezzogiorno. «Con le dimissioni di Sarri è venuto meno il presupposto», fa sapere la Lazio. I giocatori ieri mattina hanno svolto gli esami clinici, poi tutti via da Formello. Chissà quanto ha inciso il confronto acceso di tre ore della notte prima con Lotito. Toni forti fra i giocatori, dopo le dimissioni di Sarri «perché l'allenatore c'entra poco, scendiamo noi in campo - il concetto uscito - e se non ci chiariamo, non serve a nulla nemmeno un ritiro di un anno». Il patron all'Olimpico voleva mandare addirittura la squadra a Cascia o Norcia, aveva richiamato tutti al rispetto dei "patti" nello spogliatoio, per questo Romagnoli aveva risposto. Ma Alessio ci tiene a precisare su Instagram si sia trattato di un "colloquio", perché è già rientrato tutto, una volta passato il nervosismo a caldo. Lui era davvero fedele a Sarri («Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto e insegnato. Maestro»), sono altri i big che devono gestire le accuse di "tradimento", dopo il traumatico addio. Ieri mattina Immobile, durante l'allenamento, si lamentava per come ora tutti i tifosi puntassero il dito contro di lui come capo della congiura contro Mau. Forse non è un caso che la Lazio lo abbia lasciato a sbrigarsela da solo: «Abbiamo gioito, lottato e insieme ci siamo tolti tante soddisfazioni. Voglio solo salutarti e ringraziarti per il percorso fatto insieme che mi ha permesso di crescere sotto tanti punti di vista. Ti ringrazio», il post di Ciro nel pomeriggio. Sommerso da migliaia di commenti al veleno, tanto da spingerlo a un ulteriore chiarimento: «Mi sono sempre messo a disposizione del mister Sarri, così come in precedenza di tutti gli allenatori nella mia carriera. Ieri con tutti i miei compagni siamo stati da lui per farlo recedere dal suo intento di rassegnare le dimissioni. In serata ci siamo confrontati con la società, ma la decisione del mister è sembrata fin da subito irrevocabile per motivi personali, così come confermato dal presidente e dal direttore sportivo. Nei confronti del sottoscritto e di altri componenti della squadra è in atto una campagna denigratoria e io non accetto di essere strumentalizzato».