ESCLUSIVA | Lazio London: "Siamo un gruppo di ragazzi con la stessa passione: il nostro sogno avere un nostro pub" - FOTO
I tifosi biancocelesti che si trovano a vivere all'estero, in questo caso a Londra, trovano sempre un modo per seguire la Lazio con costanza e passione: è il caso del Lazio London, un ampio gruppo di ragazzi che con gioia e passione segue la Lazio tra i vari pub delle numerose vie di Londra. Non un club ufficiale, piuttosto una gran bella iniziativa per aggregare i tifosi biancocelesti all'estero, che hanno visto in questo un punto d'incontro dove hanno stretto amicizie. Lazio London è anche sui social: su Facebook "Lazio London" e su Instagram"@lazio_london". Ai microfoni di Laziopress.it, in esclusiva, ha parlato il presidente del Lazio London Massimiliano.
"La storia del gruppo nasce quando io e un altro ragazzo ci siamo trasferiti a Londra, più o meno nello stesso periodo della nostra vita. Io ho vissuto a Roma fino a poco prima dello Scudetto del 2000: frequentavo la curva assiduamente, andavo spesso in trasferta. Dopo aver lasciato Roma e l'Olanda, a fine 2011 mi sono trasferito a Londra, e non riuscivo a credere che non ci fossero gruppi di laziali in città, con la nostra tifoseria che comunque si ispirava allo stile inglese. Dovevamo sempre andare in qualche pub, implorando il gestore di far vedere la gara, impresa non facile dato che a Londra ci sono almeno otto squadre.
Non è mai stato un club ufficiale, non lo abbiamo mai fondato: siamo un gruppo di ragazzi che hanno la stessa passione per la Lazio che vive a Londra. Facciamo un torneo bellissimo, London Supporters League, fondato da me e dal presidente dell'AS Roma Club UK. Ci contattarono per fare un derby a Londra, una bella iniziativa in cui i ragazzi si sono divertiti: nel tempo il torneo si è allargato, con gruppi di tifosi di Inter, Juventus, Psg, Lione, Panathinaikos, fino ad arrivare circa ad una decina di squadre.
Io e Ivo abbiamo creato una pagina Facebook il 9 gennaio 2013, e pian piano abbiamo visto tanti ragazzi che si aggregavano: al 26 maggio eravamo circa settanta persone. La base di presenze c'era, il difficile stava nel collegarli. Non abbiamo una sede fissa, ma ci appoggiamo a qualche pub con cui concordiamo l'utilizzo di una sala".
Nel futuro vorreste avere un vostro pub?
"E' il nostro sogno, ci stiamo tenendo da parte tutti i tipi di 'memorabilia', da utilizzare magari un domani. Fino al pre covid era una situazione fantastica, abbiamo cambiato vari pub per varie vicissitudini, in alcuni momenti andavamo ad un pub australiano vicino al Tamigi. Con la situazione legata al post covid, siamo un po' nomadi. Oltre che la Lazio in se, è importante l'aspetto sociale: il fatto di dare un punto di riferimento a ragazzi che vivono all'estero lontani da Roma, molti ci hanno ringraziato, si sono sentiti a casa. Una delle gioie più grandi è vedere la gioia di questi ragazzi di vedere la Lazio insieme: nell'ultimo derby eravamo circa cinquanta persone, che dato il periodo è un buon numero".
Londra oggi e le trasferte
"Hanno fatto vari lockdown, ora la situazione però è molto libera: non c'è obbligo di mascherine nei locali, non c'è tetto massimo di persone nei locali. C'è stato un leggero aumento dei casi, che sta rientrando velocemente: la gente ora deve riprendersi dal trauma legato al covid, per poi ricominciare a raggrupparsi come prima. Nella fase pre covid un aspetto importante era quello delle trasferte, ci andavamo quasi sempre in Europa: il pub era sempre quasi pieno, la Lazio aveva possibilità per lo scudetto. Il covid ha dato una bella botta, con i pub che hanno chiuso, abbiamo rischiato seriamente di sparire, perché senza raggrupparsi perde il senso".
Sullo stadio oggi
"Dispiace vedere poca gente allo stadio in certe partite, come Lazio-Marsiglia: ti infastidisce vedere poche presenze, perché se sei all'estero, daresti il mondo per vedere la squadra allo stadio, e fatichiamo a capire il perché delle poche presenze in determinate partite. Il laziale è sempre stato un tifoso differente: a volte aspetta la crescita in termini di risultati per andare allo stadio. Mi ricordo la trasferta di Genova prima dell'interruzione del campionato: una giornata bellissima, con lo striscione che recitava "Ad victoriam". Quando io andavo in curva avevamo tanta fame e rabbia dopo gli anni di B, la curva sembrava un mare in tempesta. Oggi forse i social hanno attenuato il tutto: mi sembra che negli ultimi tempi ci sia una metamorfosi in atto".
Come è stato percepito l'arrivo di Sarri alla Lazio? E come è considerato Immobile?
"Dopo l'esperienza al Chelsea, non mi è sembrato che ci fosse un'idea molto positiva di Sarri qui a Londra: un amico tifoso del Chelsea mi disse 'Non sai quello che ti aspetta', e questo mi aveva un po' preoccupato. Era l'unico nome che potesse calmare la delusione dopo l'addio di Inzaghi: in Italia lui è considerato un maestro di calcio, speriamo che riesca a dimostrarlo anche qui alla Lazio. Per quanto riguarda Immobile c'è molto rispetto verso di lui, è visto come un grande attaccante che segna tanti gol, è molto rispettato rispetto all'Italia. Dà lustro anche alla stessa Lazio, che magari qui è ricordata più per gli anni di Gascoigne e dello scudetto".