Il Tempo | Reina decisivo nel derby: è al centro della Lazio
Un tuffo a mano aperta. Il mantello c'è ma non si vede. Parata da supereroe per salvare il risultato nel derby. C'è anche Pepe Reina tra i protagonisti della stracittadina. E ormai è non è più una novità. Dalla scelta di Inzaghi di affidargli i pali della Lazio, alla conferma di Maurizio Sarri, che già aveva avuto modo di conoscere a Napoli. Un feeling che con il passare dei mesi la piazza biancoceleste e più in generale a tutta la città di Roma. Uno con il suo palmares è abituato a gestire le pressioni, non si lascia spaventare da voci e mugugni. La sua forza è nella testa ancor prima che nei guanti. Non sorprende quindi la prestazione di personalità sfoderata domenica sera. Grinta, carica, attenzione e leadership. In campo è quello che si fa sentire di più, richiamando i compagni in ogni occasione. Non solo con le mani. Pepe è decisivo soprattutto nella costruzione del gioco da dietro. Piedi da centrocampista, molte volte sembra di giocare con un uomo in più in mezzo al campo. Non è un caso che Strakosha sia stato relegato al ruolo di alternativa. Non c'entra l'errore in Europa League contro il Galatasaray, nemmeno i problemi legati al contratto in scadenza. Reina oggi è una garanzia sotto tutti i punti di vista. Caratteriale e tecnico, basti sentire le sue parole nel post derby. «A mio avviso, l'unica partita che abbiamo sbagliato è stata quella con il Cagliari a livello punti. A Milano invece è sempre difficile, è una squadra aggressiva. A Torino è stata una partita scomoda, vediamo quante squadre riescono a tornare a casa con un risultato positivo», aveva detto al triplice fischio. Eccezion fatta per Hysaj, nessuno all'interno dello spogliatoio conosce Sarri quanto lui. Ša benissimo che il percorso di crescita non possa essere immediato. Serve tempo, l'ha ribadito in modo chiaro: «Ci vuole pazienza, è un periodo di cambiamenti continui, è un vero e proprio periodo di crescita e i risultati non sono mai scontati. Sono tante le cose che si fanno in maniera diversa rispetto al passato, bisogna fare un applauso ai ragazzi, anche ai difensori. Il modo di difendere è cambiato, si va in avanti a pressare, bisogna scappare nei momenti giusti, avere una lettura di reparto e questo non è scontato.>>. Un Mondiale vinto nel 2010, inca tonato tra i due trionfi agli Europei (2008 e 2010). Questo solo a livello di Nazionale. Per il resto lo spagnolo ha collezionato successi in tutte le sue esperienze. Dal Villar real (due volte la Coppa Intertoto) al Bayern Monaco (campiona to tedesco). Passando per le esperienze con Liverpool (FA Cup, Coppa di Lega, Community Shield e Supercoppa Europea) e Napoli (Coppa Italia). È il terzo calciatore per presenze in competizioni Uefa (178): meglio di lui solo il connazionale Casillas (188) e Cristiano Ronaldo (185). Gliene mancano dieci per raggiungere l'amico e compagno di ruolo, più difficile sarà agguantare uno come CR7. Il Tempo/Daniele Rocca