Provedel aggancia l'Atletico  al 95’: delirio all’Olimpico. Al tramonto di una sfida equilibrata il gol del portiere salva la Lazio da un’altra sconfitta stavolta immeritata contro un Atletico troppo rinunciatario. Un dolce ritorno in Champions e un pari prezioso in un girone equilibrato dove il Feyenoord ha battuto il Celtic. Un finale inatteso con l’assalto decisivo quando tutto sembrava finito: incredibile ma giusto. Sarri rivoluziona la Lazio dopo la sconfitta di Torino. Tre cambi pesanti, in difesa tocca a Patric al posto di Casale, a sinistra c’è Pellegrini dall’inizio mentre Vecino nel mezzo centrocampo è la sorpresa per una squadra alla ricerca di fisicità dopo un avvio choc in campionato. Conferma per Kamada, solito tridente con Felipe Anderson-Immobile-Zaccagni. Dall’altra parte Simeone si presenta senza titolari importanti tra cui Soyunko, Reinildo, Lemar, De Paul e Depay. Il modulo è 3-5-2, manifesto del cholismo da anni con Morata e Griezmann terminali offensivi. Arbitra lo sloveno Vincic davanti a oltre 45.000 spettatori dei quali 500 arrivati da Madrid, da sempre gemellati con i tifosi della Roma. Si comincia ed è subito chiaro lo spartito della gara: due filosofie di gioco a confronto, Lazio col possesso palla e pronta a fare la partita, Atletico arroccato che si affida alle ripartenza. Le ostilità le apre Kamada con inedita maglia a maniche corte (le aveva chieste solo lunghe per un suo vezzo) ma la conclusione è fiacca. Zaccagni mette in difficoltà l’ex Udinese Molina, su angolo del solito Luis Alberto, Romagnoli è pericoloso di testa. Poco Atletico ma, quando riparte Griezmann, salta Patric, l’Olimpico trattiene il fiato e il francese resta col colpo in canna. Campanello d’ allarme, la Lazio non cambia partita e Zaccagni trova le manone di Oblak a deviare una punizione. L’arbitro Vincic ammonisce Simeone e Sarri per aver oltrepassato l’area tecnica e, inatteso arriva un colpo al cuore delle speranze laziali: ripartenza dei colchoneros, tiraccio dai trenta metri di Barrios senza pretese che, deviato da Kamada, finisce nella porta di Provedel. I biancocelesti accusano il colpo, si fa pure male Pellegrini tra i più attivi, entra Lazzari ma l’Atletico si chiude e la Lazio non trova spazio per impensierire la difesa di Simeone con un Immobile ingabbiato e Felipe molto defilato. Si ricomincia con Gimenez (un difensore) per Barrios e Witzel pronto a scalare a centrocampo. Al 10’ Oblak sbaglia un rinvio, assist al bacio di Felipe ma Ciro da pochi metri tira in bocca al portiere ospite: errore clamoroso. Entrano Guendouzi e Isaksen per Anderson e Kamada, subito palo di Morata in mischia che tiene in partita la Lazio. Così come la successiva uscita alla disperata di Provedel (decisivo anche qui) su Samuel Lino. Dentro anche Cataldi e Pedro per gli ultimi assalti, ci prova Luis Alberto para Oblak, poi l’apoteosi con il portiere biondo che fa un finimondo e cambia la storia della partita e forse della stagione. Una notte da veri laziali. Il Tempo/Luigi Salomone

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