Ora sono scosse di assestamento, ma il terremoto annunciato per giugno può far crollare il muro anche dietro. Persino il tifosissimo Romagnoli non è più sicuro di restare alla Lazio, dopo aver fatto di tutto per tornare a "casa", acclamato da un popolo intero. 

Ormai quasi due anni fa, il difensore aveva rinunciato alle ricche offerte dalla Premier per firmare un quinquennale a 3,4 milioni a parametro zero. C'era però la promessa di Lotito per un successivo adeguamento, mai rispettata fino adesso. Alessio ha atteso, non ha mai bussato, è sempre rimasto in silenzio, salvo farne cenno solo nel confronto con il patron (che minacciava il ritiro a Cascia) dopo il ko con l'Udinese nella pancia dell'Olimpico. 

Lo svarione di Romagnoli sul gol di Mancini

Quello che ha portato alle dimissioni di Sarri il giorno successivo. Ed è questo ora un altro nodo: Romagnoli era il centrale ideale nel 4-3-3 di Mau, rischia di non esserlo con Tudor nella passaggio dalla marcatura a zona a quella a uomo. Lo si è visto nel derby di sabato: dopo un ottimo primo tempo su Lukaku, lo svarione su Mancini in occasione del calcio d'angolo. È uscito all'intervallo per un lieve affaticamento al polpaccio (a rischio solo per la Salernitana, si valuterà il suo impiego) come gli esami di ieri hanno confermato. 

Romagnoli abbraccia casale

Romagnoli e il 3-4-2-1 della nuova Lazio

La testa sta peggio. Il 3-4-2-1, vedi le reti subite allo Stadium, espone la retroguardia a buchi in campo aperto, ma anche all'uno contro uno. In questo nuovo modulo, Alessio non si sente a suo agio e la stessa Lazio non è più al sicuro. Ecco perché entrambe le parti valuteranno tutte le proposte a giugno.

Il Messaggero A. Abbate
 

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