Due sconfitte nelle prime due. La Lazio ci era passata già nel 2018-19, quando perse con Napoli e Juve. In quella squadra c’era anche Marco Parolo (in biancoceleste dal 2014 al 2021), ora opinionista tv, che però vede grandi differenze rispetto a quella partenza con handicap: «Noi venimmo battuti dalle due squadre più forti del campionato - spiega -. Lecce e Genoa non lo sono, quindi la situazione è ben diversa. Sapendo che c’erano le gare con Napoli e Juve dietro l’angolo, forse la Lazio ha inconsciamente caricato di significato le prime due di campionato, finendo per perderle. Il gruppo era pronto a gestire questa pressione?».

Quanto è destabilizzante perdere le prime due di campionato?

«Lo è soprattutto perché ora la Lazio dovrà affrontare Napoli e Juventus, cioè due delle trasferte più complicate del torneo. Servono partite d’orgoglio. Ottenendo buoni risultati in queste due gare, però, la squadra ritroverebbe anche le certezze che al momento probabilmente ha perso».

Si sente la mancanza di Milinkovic-Savic, grande cessio- ne del calciomercato?

«Senza di lui mancano certezze. A parte la qualità del giocatore, i compagni sapevano che potevano fare affidamento su Sergej: era il piano B, l’ancora di salvezza. Kamada è un giocatore interessante, può entrare bene nei meccanismi di Sarri, ma ha bisogno di tempo per ritrovare la condizione e per inserirsi».

Cosa pensa di Guendouzi?

«Porta spessore internazionale, è utile, ma non ha gol. Alla Lazio secondo me servirebbe quello. Potrebbe diventare importante quanto lo era Allan nel Napoli di Sarri, può aiutare la difesa a risistemarsi. Ma manca qualcosa a livello offensivo secondo me».

Bonucci servirebbe?

«La sua carriera parla chiaro. Ha leadership. Sarri però lo ha allenato nella Juve, quindi in questo caso la sua opinione è ancor più importante. Se il tecnico non lo dovesse volere, avendo già a disposizione Casale e Romagnoli, non andrebbe acquistato...».

Poca competitività in rosa?

«La Lazio, negli anni, non ha mai avuto una rosa molto competitiva nei ruoli. Spesso è stato questo il limite della squadra. In tal senso deve essere bravo Sarri a far crescere i giocatori che ha a disposizione. Anche se Isaksen e Pedro sono cambi interessanti». Corriere della Sera/Elmar Bergonzini

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