L'opinionista Bruno Giordano interviene ai microfoni di "NMM" parlando dell'ex compagno di squadra Vinenzo D'Amico, come riporta radioseilazio: “A volte conoscere una persona è un privilegio, soprattutto se sono meravigliose come Vincenzo D’Amico. In mezzo al campo qualche ‘vaffa‘ tra di noi è volato, mai invece fuori dal campo. Quando con Manfredonia ed Agostinelli siamo saliti in prima squadra, lui c’ha protetto in quella squadra così particolare. Si può pensare sia stata una persona baciata dalla fortuna, ma la realtà è che lui c’ha messo del suo. A 17 anni poteva chiudere la carriera in anticipo, ma soprattutto si è imposto con personalità e forza d’animo nel gruppo della Lazio di Maestrelli. Mi ricordo il primo incontro a Tor Di Quinto, lui era con le stampelle dopo l’operazione al ginocchio. Non ha mai perso il sorriso e da calciatore è stato quello che, dopo Maradona, mi ha fatto più divertire. In campo ci siamo trovati a meraviglia, non c’è più ma sarà una delle grandi bandiere della nostra storia. Oggi ho visto ragazzi di 17 anni che piangevano, a loro è stata tramandata la sua grandezza dai padri. Lo metto insieme a quei pochi, come Bob Lovati, Maestrelli e Pino Wilson che a distanza di anni verrà sempre ricordato. Non vorrei venisse ricordato come un Peter Pan, lui ha dimostrato di avere grandi attributi nell’arco della sua carriera. Lui era quello che giocava con un buco nella tibia e con i punti sul viso. Lo faceva con il sorriso, perché era forte, si sentiva forte ed aveva grande personalità. E’ stato la luce più splendente del settore giovanile della Lazio, nessuno può competere con lui. Aveva proprio qualcosa di incredibile come calciatore, talento infinito. La sua unica disgrazia è stata quella di aver vinto un campionato molto giovane. Forse si è adagiato su quello, sul fatto di aver subito dimostrato tutta la sua classe. Il rapporto con la Roma ed i romanisti? Parecchie volte hanno provato a portarlo dall’altra parte. Anche oggi ho visto al funerale tanti ex giallorossi, Bruno conti mi ha chiamato in lacrime. Lui non conosceva cattiveria e gelosia, era una persona pura. Si dava completamente alla gente”.

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