Gila: "Sarri allenatore di altissimo livello. A Monaco per metterli in difficoltà"
Mario Gila ha rilasciato un'intervista al giornale spagnolo AS parlando della sua esperienza alla Lazio:
L’anno scorso è stato abbastanza difficile. Al Castilla giocavo sempre, ho esordito nella prima squadra del Real Madrid, quindi arrivare e non avere minuti è stato complicato. Ma sono sempre rimasto forte, ho riflettuto e ho lavorato tanto mentalmente in modo che quando fosse arrivato il momento, come è successo in questa stagione, avrei dato il 100%. Ho saputo guadagnarmi quella fiducia e fino ad ora l’ho dimostrato. Sono molto felice, mi stanno dando tante opportunità e con quella fiducia e il lavoro mentale che ho fatto, sono riuscito a sopportare la continuità delle partite, il ritmo, la tensione… È tutto molto positivo in questo momento.
Lazio-Bayern?
È stata una notte davvero speciale. La squadra sapeva che il Bayern non stava vivendo un periodo molto positivo, quindi sapevamo che c’era un’opportunità e che dovevamo fare la nostra partita. Così è stato. Abbiamo resistito nel primo tempo e l’occasione che abbiamo creato si è conclusa con un rigore e abbiamo segnato. Sapevamo di potercela fare, purtroppo sono due partite e ce ne resta un’altra in Germania. Lì sarà molto difficile, dovremo provare a fare ancora la nostra partita.
Ritorno? I
l Bayern ha una storia grandiosa, è vero, anche se non si diverte in questo periodo. Puoi vederla favorita, ma abbiamo le idee chiare riguardo al nostro gioco, a come dobbiamo giocarlo. Sappiamo che possiamo metterli in difficoltà. Soprattutto se riuscissimo a non prendere gol. Non sono così favoriti come sembrano.
Sarri?
È un allenatore di altissimi livello. Ossessivo e ambizioso, porta il suo metodo ad un altro livello. È un fanatico della linea difensiva, gli sono molto grato per tutto quello che mi ha insegnato. Ed è un po’ superstizioso, anche se nello sport è abbastanza comune. Con lui possiamo fare grandi cose: gli schemi sono esagerati, sì, ma hanno le loro varianti. Non è la quantità, è la qualità. Umanamente ha il suo modo di essere ed è poco comunicativo. Parla in campo, all’inizio per me è stato un po’ difficile, ma mi sono adattato subito, sapevo capirlo. Linea difensiva? È unico in questo. Funziona come nessun altro, ve lo assicuro. All’inizio ero un po’ perso tra la lingua, movimenti, di qua, di là, l’uscita della palla a seconda del profilo del giocatore… È stato molto, molto difficile per me. Ma quando ti adatti, vedi che la linea scorre da sola, pensiamo tutti allo stesso tempo e ci muoviamo contemporaneamente. È vero che difendiamo in campo aperto e questo può farci soffrire, ma copriamo molto bene gli spazi, misuriamo molto bene i nostri tempi, quindi è difficile per noi soffrire nello spazio. Ha lavorato molto bene, è molto meticoloso, va al dettaglio, al centimetro, al millimetro. Il lavoro che ha svolto in tutti questi anni è da ammirare. Si vede che ha lavorato in banca: numeri, numeri… In campo lavora con le distanze, con i metri, con le velocità. Guarda molto i dati, cosa corri. Alcuni allenatori non gli danno molto peso, ma lui sì. Va molto in profondità nei dettagli.
Il possibile ritorno al Real Madrid?
Ora non ci penso molto. Devo ancora dimostrare e continuare ad aggiungere esperienza. Naturalmente mi piacerebbe tornarci in futuro, ma non è una cosa che ho in mente. Il mio obiettivo adesso è la Lazio, sicuramente arriveranno cose belle.
La Nazionale?
Non posso mentire, mi piacerebbe tanto poter giocare con la Spagna, vivere quell’esperienza. Ci penso, ho una grande speranza. L’obiettivo è dimostrare che posso esserci. Se arriverà sarò super felice”.