Francia, Guendouzi: "La Nazionale sempre un mio obbiettivo. Lazio? Ho delle resposabillità in squadra"
Le parole del centrocampista biancoceleste dal ritiro con la sua Nazionale
Alla vigilia della sfida tra Italia e Francia, entrambe già qualificate, San Siro ospiterà lo scontro decisivo per il primo posto nel girone, attualmente occupato dagli Azzurri. Mentre Deschamps valuta la formazione da schierare, Guendouzi scalpita in panchina. Il centrocampista, grazie alle sue prestazioni con la Lazio, è stato nuovamente convocato dal commissario tecnico e spera di guadagnarsi una chance contro la squadra di Spalletti.
Queste le perole di Guendozui all’Equipe
La Nazionale francese è sempre stata un obiettivo fin da quando ho provato per la prima volta a entrare nel gruppo, ai tempi dell'Arsenal. Il mio scopo è esserci sempre e non smetterò mai di lottare per questo. Non partecipare agli Europei è stato difficile da accettare, quindi ora voglio dimostrare il mio valore in ogni minuto che mi viene concesso. Lavorando così, almeno so di aver dato il massimo, senza rimpianti. Penso sempre al prossimo torneo, non a quello che è passato.
Non ho mai giocato così tanto in tutta la mia carriera con la nazionale francese. Devi saper sfruttare le tue occasioni quando l'allenatore ti chiama. A settembre sono stato convocato perché Tchouaméni era infortunato. Contro il Belgio sono stato bravo, quindi mi sono detto che potevo tornare. Ora devo sempre mettermi alla prova in nazionale. Bisogna essere costanti, è la cosa più difficile e importante in una carriera. Penso di esserlo adesso, perché sono maturato. Sento di essere in un buon momento della mia carriera, devo sfruttarlo al meglio".
Guendouzi ha poi parlato del suo ruolo nella Lazio e della sua crescita sotto la guida di Baroni:
In campo sono sempre stato istintivo, con emozioni forti e una mentalità vincente. Quando le cose non vanno bene, può capitare di reagire in modo impulsivo. Quest’anno, però, ho lavorato molto su di me. La mia posizione è cambiata leggermente: ora gioco davvero come un doppio perno, un ruolo simile a quello che avevo all’Arsenal, nel cuore del gioco. Gestisco il ritmo della squadra, ho grandi responsabilità e sono sempre titolare, il che mi dà molta fiducia.