Sulla Lazio 

L’anno precedente con il Parma eravamo arrivati 6°, sopra la Lazio, con una squadra che aveva un progetto ambizioso. Alla proposta della Lazio ero titubante perché avrei preferito raggiungerli in un altro momento della mia carriera, ma alla chiamata di Pioli, quando mi venne spiegato il progetto e la realtà Lazio e mi vennero messe davanti le difficoltà economiche del Parma di quel momento, decisi di accettare le tre componenti e arrivai alla Lazio. Ad oggi dico: menomale che ho trovato la Lazio: una realtà che sposa totalmente quello che sono io, un centro sportivo bellissimo, un tifo meraviglioso e una società che ti lascia esprimere. 

Tare

Con Igli Tare ho avuto tanti confronti su come crescere e costruire un progetto all’interno di Formello; il nostro era un rapporto di fiducia diretta, in grado di stimolarti e di darti la scossa giusta quando serviva, stimolandoti. Ci siamo confrontati sulla squadra e su come migliorare, non è usuale che un direttore si apra così con un giocatore, quindi ho apprezzato ancor di più questa cosa. Uno dei miei rammarichi è stato il secondo anno alla Lazio dove forse si sarebbero potute fare scelte diverse sul mercato.

Trofei e rammarichi

Il trofeo che ricordo con più gioia è la Coppa Italia; ci ero arrivato vicino diverse volte in carriera e la finale del 2019, contro l’Atalanta, per me ha avuto un valore doppio. Da quella partita dipendeva il mio futuro e quello della società; quella vittoria fu una liberazione. Io volevo rimanere e continuare a crescere lì, con questa società. Volevo essere presente anch’io nelle foto dei vincitori accanto ai trofei a Formello.

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